Mercoledì 27 Marzo 2013 - Libertà
Marchesini, intellettuali tra società e potere
Ciclo di incontri sulla crisi: domani il critico letterario ospite di Cittàcomune
piacenza - "Sento la mancanza dei moralisti veri, dei veri critici attivi della politica come Sciascia, Pasolini, Fortini, Calvino... che non disprezzavano la politica in quanto tale, ma discutevano e condannavano i suoi metodi e usi, le sue degenerazioni". Nel libro La vocazione minoritaria, Laterza, Goffredo Fofi, intervistato da Oreste Pivetta, rispondeva così a una domanda sul rifiuto del potere, che per il critico e cofondatore di Quaderni piacentini non ha coinciso mai - precisava - con qualche sentimento di disprezzo per chi invece il potere sceglieva di esercitarlo, come i politici: "Può essere anche quella una vocazione fondamentale, se ovviamente parte dall'esigenza e dal bisogno di congiungere la politica e la morale - che è la connotazione di una politica che miri veramente al benessere dei popoli - anche con necessari compromessi", proseguiva Fofi.
Riflessioni che in un certo senso attraversano l'impegno dei saggisti-poeti Giacomo Noventa e Franco Fortini, nonché dei saggisti-narratori Alberto Savinio, Luciano Bianciardi e Piergiorgio Bellocchio, ritratti nel libro Soli e civili di Matteo Marchesini, che domani alle ore 21 interverrà all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, in via Sant'Eufemia 12, a parlare di "intellettuali, società e potere, ieri e oggi", nell'incontro conclusivo del ciclo "La crisi, due o tre cose che sappiamo di lei", promosso dall'associazione politico-culturale Cittàcomune, alla cui presidenza è stato recentemente riconfermato Piergiorgio Bellocchio, che parteciperà al dibattito.
Fondatore con Grazia Cherchi della rivista Quaderni piacentini (presto affiancati da Fofi), Bellocchio è stato autore a quattro mani, con Alfonso Berardinelli, della rivista Diario, pubblicata nel 2010 da Quodlibet in riproduzione fotografica integrale. Di Marchesini, salutato da Fofi come "il più acuto dei giovani critici e studiosi di letteratura, in Italia numerosi", è appena uscito, per i tipi Voland, il romanzo d'esordio Atti mancati. Soli e civili è apparso nella collana "I libri de Lo straniero" (edizioni dell'asino), quaderni della rivista fondata e diretta da Fofi, che nella prefazione al volume richiama l'attuale situazione di crisi e l'influenza esercitata dagli esponenti della cultura su uno sconquasso non appannaggio esclusivo dell'economia: "è forse, prima di tutto, una crisi di modelli, di idee, di morali".
Fofi denuncia dunque le "responsabilità enormi" del mondo intellettuale e artistico sulla "decadenza della nostra società", dopo la scomparsa di "credibili figure di riferimento": "i Calvino e i Pasolini, gli Sciascia e i Fortini, le Morante e le Ortese, i Silone e Chiaromonte, i Bobbio e i Capitini e quei politici che osarono essere anche intellettuali, i Foa e i Basso e i Panzeri". In controtendenza, Soli e civili riporta all'attenzione alcuni scrittori del Novecento con in comune una "capacità demitizzante e demistificatoria", "dote - osserva Marchesini - più che mai necessaria, oggi che la fortiniana critica dell'ideologia e la saviniana "democrazia mentale" decisamente latitano".
Anna Anselmi