Martedì 9 Aprile 2013 - Libertà
Andolfi, l'etica dell'individuo
Il filosofo al primo incontro della rassegna "Vita pratica"
piacenza - Ha puntato all'etica dell'individuo il primo incontro della rassegna Vita pratica, organizzata dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano in collaborazione con una serie di docenti di filosofia delle scuole piacentine come Franco Toscani, Daniele Bonelli, Attilio Finetti e Katia Tomarchio che periodicamente collaborano con l'ente di via Sant'Eufemia: a intervenire sull'annoso tema è stato il docente dell'università di Parma Ferruccio Andolfi, chiamato a discutere di "individualismo", ma in realtà orientato ad analizzare appunto il discorso dell'"etica dell'individuo".
«L'espressione "etica dell'individuo" ha una sorta di ambivalenza che può essere interpretata secondo due chiavi di lettura» ha spiegato il filosofo presentato da Toscani, «la prima indica l'individuo come autore dell'etica, mentre la seconda considera l'etica che pone al centro l'individuo come valore: sono due significati, questi, vicini ma non identici». A finire sotto i riflettori non è semplicemente una disquisizione grammaticale anche perché, ha spiegato Andolfi, storicamente l'etica non è stata sempre un "affare dell'individuo": «Gli individui hanno attinto i loro valori morali al gruppo di appartenenza: in pratica la morale è servita come cemento simbolico della vita sociale» ha chiarito il docente, «non è un'etica elaborata dagli individui, ma piuttosto è imposta e fatta valere socialmente: la ragione va rintracciata nel fatto che certi valori condivisi sono serviti come mezzi di sopravvivenza della comunità. Parliamo di epoche in cui il gruppo dava molto ai singoli che non potevano vivere senza questo appoggio comunitario e nel contempo chiedeva l'accettazione di certe tavole di valori: nel mondo greco ad esempio la vita del cittadino era virtuosa in quanto indirizzata dalla polis, i cui valori rappresentavano il fine a cui i cittadini, per essere morali, dovevano tendere. Nell'epoca cristiano-medioevale si è registra un'ulteriore valorizzazione dell'individuo che gli ha permesso di farsi valere contro le istituzioni mondane che lo vogliono assoggettare: l'individuo non si identifica totalmente nelle istituzioni, ma è comunque ricompreso nella comunità ecclesiale. Ma questo vale anche per alcune comunità chiuse tuttora presenti nelle nostre società moderne».
A offrire un contributo rilevante alla questione è stato Hegel: «Il filosofo ha parlato di "eticità", ossia un particolare tipo di moralità che nasce nelle istituzioni etiche in cui l'individuo vive e che, secondo Hegel, andrebbe coniugato con i valori della modernità».
Betty Paraboschi