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Giovedì 13 Maggio 2004 - Libertà

Montale e i "misteri" del vivere

Letture della grande poesia - Il primo appuntamento della rassegna alla Passerini Landi. Con Lazzara e Dattilo nei segreti della sua produzione

Si racconta che quando Ungaretti apprese la notizia che Montale era stato nominato senatore a vita, si mise a canticchiare spavaldamente "Montale senatore, Ungaretti fa l'amore".
I due grandi poeti, infatti, furono divisi per tutta la vita da una profonda rivalità, come spesso, da sempre, accade tra gli artisti.
Ebbene, a dispetto di tale antica rivalità, quasi per ironia della sorte, Ungaretti e Montale si ritrovano invece uno accanto all'altro nelle proposte culturali che la nostra città offre in questi giorni ai suoi abitanti: oggetto di un convegno il primo, che si terrà il prossimo lunedì alla Fondazione di Piacenza e Vigevano, e oggetto di un incontro di letture il secondo, che si è tenuto ieri pomeriggio presso il Salone Monumentale della Biblioteca comunale.
L'iniziativa di ieri, curata dall'assessorato alla Cultura del Comune, con la collaborazione delle Edizioni Tipleco, è il primo appuntamento di un ciclo di incontri dedicato alle "Letture della grande poesia", che periodicamente verranno presentate dal professore Edoardo Lazzara alla Passerini Landi.
"L'appuntamento di oggi - ha detto ieri Pareti presentando l'incontro - è dedicato a Eugenio Montale, che è stato per il XX secolo quel poeta centrale, integralmente novecentesco, che potesse fare scuola, di cui Montale stesso lamentava la mancanza nell'Ottocento".
"Un punto di riferimento costante per la Letteratura e la Poesia", ha aggiunto Pareti, la cui opera è stata oggetto di approfonditi studi da parte di Edoardo Lazzara, che durante l'incontro ha introdotto e commentato alcuni dei più celebri componimenti di Montale, letti con sapiente recitazione dall'avvocato Salvatore Dattilo.
"Montale era un uomo spontaneo, sincero, di grande umanità", ha detto Lazzara ricordando il grande poeta, che egli ebbe la fortuna di conoscere personalmente in una serie di colloqui sui quali fondò la stesura del suo volume La poesia di Eugenio Montale. Colloqui privati, che si svolsero a casa del poeta a Milano, ritratti da Lazzara in un componimento poetico, intitolato Ricordo di Montale, che è stato letto da Dattilo come preludio alla rosa di poesie del poeta genovese declamate ieri.
Un'antologia di una decina di poemi, che ha avuto inizio con la prima poesia in assoluto scritta da Montale, Meriggiare pallido e assorto, che il poeta scrisse a soli vent'anni, nel 1916, e che, esempio di un inizio molto fortunato, mostra già la concezione poetica che Montale ha del vivere, che è come "seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia", seguendo un percorso predeterminato - ha spiegato Lazzara - senza sapere cosa c'è al di là".
A questa poesia giovanile sono seguite quindi altre poesie "emblematiche delle intuizioni poetiche di Montale, come Non chiederci la parola e Forse un mattino, che illustrano la visione del mondo totalmente pessimistica che accompagna il poeta per tutta la sua produzione, e poi ancora Liuba che parte, Dora Markus, Su una lettera non scritta, Il sogno del prigioniero, Primavera hitleriana e Notizie dall'Amiata, in cui si vede l'intuizione poetica di Montale della dolorosa condizione dell'uomo, che aspira a una salvezza che gli è negata e per il quale l'unico sentimento possibile - ha spiegato Lazzara - è la pietà".

CATERINA CARAVAGGI

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