Venerdì 29 Marzo 2013 - Libertà
Piacenza nel mondo: «Il monumento all'emigrato dovrebbe stare in città»
Sandro Molinari, presidente dell'associazione, rilancia: «Ora decida Trespidi»
PIACENZA - Per sapere dove finirà il Monumento all'emigrato bisognerà aspettare ancora un po', perché il risultato finale sembra ancora tutt'altro che scontato. Il colpo di scena dei cinquecento voti ottenuti da Bettola ha spiazzato tutti.
Il presidente della Provincia, Massimo Trespidi, ha preso tempo per decidere, stretto evidentemente tra due fuochi. Da un lato, il furore patriottico di Bettola, e dei bettolesi emigrati in ogni parte del mondo, da Israele alla Polinesia, pronti a scalpitare rivendicando la vittoria alla consultazione popolare lanciata nelle scorse settimane per rispondere alla domanda dello stesso presidente "Piacentini, ditemi dove vorreste veder realizzato il Monumento all'emigrato". Dall'altro lato, l'associazione Piacenza nel mondo ricorda come, nelle intenzioni dei promotori dell'iniziativa, quindi la stessa associazione, la Provincia, la Fondazione di Piacenza e Vigevano e il liceo artistico Cassinari, si sia sempre parlato di un monumento da collocare in uno spazio ben visibile della città.
«Ho chiesto al presidente Trespidi un incontro - spiega il presidente di Piacenza nel mondo, Sandro Molinari - perché vorrei capire ora cosa si intenda fare. In occasione del 150esimo dell'Unità d'Italia, infatti, a Pianello, avevo chiaramente parlato di un monumento cittadino. Per questo gli altri Comuni non hanno proposto una zona della provincia: se si fosse permessa questa opzione, lo avrebbero sicuramente fatto. È vero che nel sondaggio era prevista l'opzione "Altro" ma includeva ipotesi cittadine visto che sempre e solo di città si era parlato. La nostra città infatti non ha nulla che ricordi il fenomeno dell'emigrazione: da questa considerazione nasce l'idea. Credo quindi che i voti dei bettolesi nascano da un disguido evidente».
Molinari invita quindi a riportare la questione nei suoi binari originari. «Ci vuole un luogo che parli di tutti, Piacenza racchiude tutti i Comuni», prosegue il presidente di Piacenza nel mondo. Ad esempio, collocare l'opera in stazione ha un valore universale, perché in quella stazione sono passate tante persone, da ogni parte della provincia. La Provincia ha coordinato la realizzazione del monumento in qualità di rappresentante di tutti e quarantotto i Comuni. Non di uno solo. Il discorso è delicato, ma anche piuttosto oggettivo».
E il discorso soggettivo, invece? «Quello lo lascio fare al presidente Trespidi - invita Molinari -. Si è fatta carico la Provincia della questione. Io posso solo ribadire di avere sempre e solo parlato di monumento cittadino, sia a Pianello, sia a Farini, nell'agosto scorso. Si devono superare tutti i particolarismi, questo deve essere il monumento di tutti».
Cosa deciderà il presidente Trespidi?
Elisa Malacalza