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Sabato 6 Aprile 2013 - Libertà

In vetrina un Rigoletto "dark"

Stasera la "prima" del capolavoro verdiano, regista la Mazzavillani Muti

di BETTY PARABOSCHI
Sarà il Rigoletto della luce quello che i piacentini vedranno stasera alle 20.30 al Teatro Municipale e che sancisce l'inizio della vera e propria maratona lirica allestita dal Ravenna Festival in collaborazione con la Fondazione Teatri di Piacenza e il Teatro Alighieri di Ravenna sotto la regia di Cristina Mazzavillani Muti. L'incipit di quel grandioso progetto della trilogia popolare che porterà sul palco piacentino nei prossimi giorni anche Trovatore e La Traviata è affidato dunque tutto al dramma del "buffone di corte" che Mazzavillani Muti ha rivestito di nuova luce: l'appuntamento, che di fatto chiude la stagione lirica del Municipale (e che verrà replicato martedì prossimo alle 20.30), porta sul palcoscenico una nuovissima produzione che fa della giovane età dei suoi interpreti e di un utilizzo ardito delle tecnologie i suoi punti di forza.
Il dramma di Rigoletto e della sua maledizione che giocoforza lo porta a perdere la figlia Gilda torna dunque a consumarsi grazie a un cast che conta nelle sue file il tenore Giordano Lucà (Il Duca di Mantova), il baritono Francesco Landolfi (Rigoletto), il soprano Rosa Feola (Gilda), il basso Luca Dall'Amico (Sparafucile, bravo), il contralto Clara Calanna (Maddalena), il mezzosoprano Isabel De Paoli (Giovanna, custode di Gilda), il baritono Daniel Giulianini (Il Conte di Monterone), il baritono Donato Di Gioia (Marullo), il tenore Giorgio Trucco (Matteo Borsa), il basso Claudio Levantino (Il Conte di Ceprano), il mezzosoprano Antonella Carpenito (La Contessa), il mezzosoprano Yelizaveta Milovzorova (Paggio della Duchessa). Ad accompagnare il racconto nel ruolo di testimone e ideale prolungamento ai lati della scena del pubblico in platea sarà il Coro Terre Verdiane del Teatro Municipale diretto dal maestro Corrado Casati insieme all'Orchestra Giovanile "Luigi Cherubini" guidata dal maestro Nicola Paszkowski.
«Rigoletto è talmente densa di idee che, in un certo senso, si potrebbe dire che Trovatore e Traviata siano, dal punto di vista musicale e drammaturgico, una derivazione della prima» ha spiegato al proposito la regista Mazzavillani Muti. Ecco allora che, per evidenziare la specificità di questa opera, la scelta registica è stata quella di sfruttare le potenzialità della Luce e di una nuova idea di spazializzazione: «Ho immaginato un mondo nero, misterioso, una scena scura, in cui non sono le luci a cercare i personaggi, ma questi ad entrare di volta in volta nella luce. Che li isola e li ritaglia dal contesto, li rivela al pubblico, glieli rende familiari, ognuno con il proprio fascino e il proprio mondo interiore» ha continuato a spiegare la regista, «i personaggi entrando nella luce entrano anche in un determinato spazio sonoro e ogni luce ha il proprio suono: sono le geometrie sonore a creare lo spazio».
Sul palco si ricrea dunque un equilibrio perfetto e variegato di tableaux vivants in cui il richiamo alla pittura della grande tradizione europea (e non solo italiana) si concretizza nei gesti, nelle movenze, nei volti dei protagonisti: ecco allora gli scenari intimi, morbidi e familiari degli interni di Vermeer, mentre i pervicaci contrasti di chiaroscuri sono quelli del Caravaggio, alternati alla dignitosa compostezza di certe scene che sembrano richiamare atmosfere da pietà michelangiolesche. A concorrere alla realizzazione di suggestioni e atmosfere che tanto guardano all'Arte vera e immortale però sono anche i costumi fortemente simbolici di Alessandro Lai, le scenografie allestite magnificamente da Italo Grassi e ovviamente le luci curate da Vincent Longuemare mentre il sound design è affidato tutto ad Alvise Vidolin: è dunque uno spettacolo unico quello che i piacentini potranno gustarsi stasera in compagnia di un Verdi illuminato dal talento giovanile e dall'estro di Mazzavillani Muti.

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