Mercoledì 12 Maggio 2004 - Libertà
"Ecco le sfide che la nostra Piacenza deve vincere"
Amici del Romagnosi, convegno alla Cattolica sul futuro dell'economia cittadina
Mettere in atto politiche in grado di favorire la natalità delle imprese, promuovere azioni strategiche per favorire l'internazionalizzazione delle azienda piacentine, e di marketing territoriale. Iniziative che vedono sullo sfondo una Piacenza che sta cambiando, che verrà ridisegnata, con il polo logistico, le aree ex Acna, Unicem ed Arbos. Senza contare quanto si è già iniziato a fare negli anni scorsi e deve essere portato a termine: i poli universitari e i centri di ricerca, l'ex Macello e la nuova sede fieristica.
Sono questi solo alcuni degli spunti, le "sfide", che la nostra città deve cogliere, per poter vedere realizzate "Le prospettive di sviluppo di Piacenza", delineate da Paolo Rizzi, direttore del Lel (Laboratorio di economia locale) della Cattolica di Piacenza, chiamato a sviscerare l'argomento dall'associazione "Amici del Romagnosi". Incontro che si è tenuto ieri presso l'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, con i saluti in apertura del presidente Mario Ambrogi, presentando finalità ed iniziative dell'associazione ("Organizzare incontri culturali, scambi di esperienze con il mondo delle imprese, e favorire i rapporti interpersonali tra chi ha frequentato il nostro istituto"), e il vice preside del Romagnosi Fagnoni, subito raggiunto dal dirigente Pierangelo Torlaschi. Il compito di delineare le prospettive di sviluppo a Piacenza è toccato quindi a Rizzi, che ha introdotto l'argomento partendo dalla difficile e complessa situazione internazionale, per tracciare uno spaccato socio economico della nostra città. Caratterizzato da un calo demografico ("Ma negli ultimi tre anni c'è stata una ripresa"), e da un aumento dell'indice di invecchiamento della popolazione (2,17%), e un tasso di disoccupazione contenuto ("Questo è un dato nuovo, si attesta intorno al 3%, mentre dieci anni fa viaggiava intorno all'8-10%"), nonostante la domanda di lavoro sia per profili medio bassi, mentre l'offerta è "intellettuale". Tra i punti a favore di Piacenza "una buona performance dell'export", anche se il rapporto tra l'esportazione e il valore aggiunto prodotto è ancora ridotto: a Piacenza raggiunge il 21,2%, mentre in regione raggiunge il 31,5%. Per il resto la nostra città si caratterizza per una "medietà senza infamia e senza lode", sottolinea Rizzi, fermo restando le crisi già note di settori storicamente "forti" per la nostra economia, come la meccatronica e la raccorderia, alle quali fa da contraltare l'"esplosione" dei servizi alla persona. Le chiavi dello sviluppo piacentino sembrano però passare, come ricorda Rizzi, dal futuro urbanistico della città, dalle grandi opere che si andranno a realizzare (polo logistico, ex Arbos), oltre ai nuovi fermenti partecipativi messi in atto negli ultimi anni (Piano Strategico, Consulte, Agenda 21, Bilancio Sociale).
(p.pin)