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Giovedì 21 Marzo 2013 - Libertà

«Guardo il contesto e amo assecondarlo»

"Dal giardino al paesaggio": Anna Scaravella parla del suo nuovo libro. Oggi la presentazione

piacenza - Per Villa Favorita a Fontana Fredda di Cadeo l'ispirazione è venuta anche dalle sculture di Bob Wilson collocate nel giardino. Alla villa Bellaria di Rivergaro viene invece evocato il fascino delle curiosità esotiche raccolte in una Wunderkammer delle meraviglie. La sistemazione del verde del castello di Paderna di Pontenure allude ai "destini incrociati" del romanzo di Italo Calvino, a rimarcare la presenza fondamentale di un fortilizio dove "l'unità di spazio e di tempo appare pienamente compiuta". A Sarniago di Travo è la dimensione di sviluppo in verticale di un terreno "in salita" a caratterizzare l'intervento. Sempre a Travo, a Zucca Uomo, sull'Appennino, è stata piuttosto l'esigenza di un ritorno alle origini a dettare le coordinate di azione della paesaggista, per far tornare "un luogo estremo a vivere secondo i ritmi naturali". A Poggio Carbone di Piozzano ci si accosta ai molteplici volti offerti dalla collina, quando la campagna alternativamente sfuma nel bosco e viceversa. A Rezzanello di Gazzola il dialogo avviene tra natura e architettura contemporanea.
Ma ci sono anche le suggestioni mediterranee catturate nel paese "delle acque", Bagno Vignoni in Val d'Orcia, i riferimenti al Rinascimento padano colti nella tenuta di Salvirola nel cremasco. O ancora i recuperi attuati in ambito urbano, a Modena come a Milano, nel segno di un'ecologia di gestione. Sono tredici i progetti di Anna Scaravella che si svelano nelle pagine del libro Dal giardino a paesaggio, Electa editrice, che verrà presentato oggi alle ore 18 all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano dalla stessa paesaggista e da Paolo Campostrini, che ha firmato il testo introduttivo. Le fotografie di un volume non solo da leggere, ma anche da sfogliare per il ricco apparato iconografico, sono di Diego Fusaro.
Ogni giardino è illustrato soffermandosi innanzitutto sul paesaggio in cui si colloca, quindi vengono esposte le riflessioni che in quel caso specifico hanno guidato l'autrice, per passare quindi alla descrizione del progetto, con in più eventuali focus su argomenti particolari, quali il ruolo del committente, i pro e i contro degli impianti irrigui (assenti fin dall'origine, per esempio, nel giardino di una casa affacciata proprio sulla celebre piazza-vasca della termale Bagno Vignoni), l'opera di ripristino di antiche coltivazioni portata avanti a Paderna o il nuovo rapporto instaurato a Sarniago con una piccola selva di alianti, piante colonizzatrici e, come la proverbiale robinia, non semplici da trattare. Il filo conduttore rimane sempre e comunque il paesaggio, con il quale per Scaravella il giardino è chiamato comunque a confrontarsi.
«In genere amo legare il giardino proprio al paesaggio che lo circonda. L'unica eccezione in questo libro è data - precisa Scaravella - dal giardino di Bellaria, perché lì il "genius loci", rappresentato principalmente dalla collezione di piante esotiche, ha prevalso rispetto al paesaggio esterno. Ho deciso che si doveva assecondare lo spirito del luogo».
Ciascun progetto ha una propria storia, fatta di "segni" ora più decisi, ora più discreti. «A Paderna, in una situazione di per sé straordinaria, frutto di secoli di progettazione dello spazio, l'intervento è stato volutamente minimale. L'ho pubblicato nel libro appunto per ribadire che occorre un'attenzione speciale per la storia del luogo quando si interviene in contesti così, dove si sarebbe tentati di inserire fiori, essenze, mentre invece va compiuta al contrario un'operazione di conservazione del parco-giardino».
Il progetto ritratto in copertina, in un ex convento a Passignano sul Trasimeno, dimostra come Scaravella altrove si cimenti con vere "costruzioni" del verde, inventando sistemi di collegamento tra le diverse quote del terreno e di comunicazione ideale con il lago tramite vasche unite da un lungo canale. Con tutti i giardini di Scaravella, il lettore ha il primo impatto grazie a un'immagine dall'alto, a esplicitare «come la tessitura del paesaggio entri nel giardino», sollecitando allo stesso tempo «un modo più consapevole di accostarci al verde, che spesso guardiamo in maniera troppo distratta. Le mie idee progettuali nascono da cosa noto arrivando e uscendo dal giardino, osservando la molteplici componenti del paesaggio: non solo le sue caratteristiche vegetali, ma anche ciò che l'uomo vi ha costruito».

Anna Anselmi

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