Fondazione di Piacenza e Vigevano Stampa
  Rassegna Stampa
spazio
  Comunicati Stampa
spazio
  Eventi Auditorium Piacenza
spazio
  Eventi Auditorium Vigevano
spazio
  Comunicazione
spazio

 
Home Page     Rassegna Stampa   


Domenica 10 Marzo 2013 - Libertà

All'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano si è concluso il corso di aggiornamento per insegnanti di storia promosso dall'Isrec

piacenza - Gli insegnanti di storia raccolgono la sfida di insegnare usando le nuove tecnologie dell'informazione e comunicazione (Tic) senza pensare che siano la panacea di tutti i mali, e inserendole in un ambiente didattico che già da anni fa uso di tecniche e supporti diversi (persino la vecchia lavagna in ardesia lo è). Non è la tecnologia a far sì che, automaticamente, la didattica sia innovativa e costruttivistica (gli alunni non come vasi da riempire ma come protagonisti dell'apprendimento). A fare la vera differenza è un insegnante professionalmente preparato. E i 180 partecipanti alla tre giorni di aggiornamento proposta dall'Istituto storico della resistenza e dell'età contemporanea di Piacenza, sono tutti pronti ad un uso - che sia però significativo e non accessorio - della Lim (lavagna interattiva multimediale), del web, persino dei social network.
Non si faranno però "incantare", per riprendere il titolo dell'intervento (ma anche del libro "Incantati dalla rete" edito da Cortina) di Carlo Formenti, tra i relatori - ieri - dell'ultima mattinata di lavori, presso l'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Formenti, giornalista per l'Europeo e il Corriere della sera (con il quale tuttora collabora) ha insegnato all'università di Lecce Teoria e tecnica dei nuovi media. E' lui a mettere in guardia dall'eccessiva fiducia nel web, illustrando i miti che si sono prodotti attorno a internet. «Nessun medium ha alimentato speranze di salvezza paragonabili a quelle suscitate dalla Rete: sovversione delle leggi economiche, democratizzazione della politica, trasformazione delle relazioni sociali, nuove modalità di apprendimento e condivisione delle conoscenze, rivoluzione del sistema informativo. In vent'anni sono effettivamente cambiate molte cose, ma la crisi ha stroncato gran parte di quelle visioni utopistiche».
Che quello che si trovi sulla rete sia tutto buono, è un mito che è ormai stato sfatato. Lo storico Serge Noiret agli insegnanti aveva suggerito come usare i siti internet che si occupano di passato: «Leggeteli come fonti per capire come una comunità, un gruppo, raccontano il proprio passato».
I laboratori di critica delle fonti oggi si possono costruire bene in classe, con l'uso della Lim, illustrato ieri con percorsi didattici dall'insegnante del "Gioia" Elena Gabbiani e dal webmaster Igor Pizzirusso (che collabora con l'Insmli, Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione). Un tempo fare un laboratorio di storia comportava un lavoro di preparazione lunghissimo per un insegnante, anche solo per reperire e riprodurre batterie di documenti. Oggi la Lim consente di importare testi, immagini, filmati, e di manipolarli (non per strumentalizzarli ma per farli elaborare, sottolineare, confrontare dagli studenti, ai fini dell'apprendimento).
Sui meccanismi dell'apprendimento legati all'avvento della generazione 2.0, si è soffermato ieri Michele Facci, psicologo, che ha spiegato come cambino i tempi di attenzione e concentrazione, i modi della memoria, il ritmo dei pensieri ma anche delle emozioni. «Le nuove generazioni - ha detto Facci - piuttosto che interpretare, configurano; piuttosto che concentrarsi su oggetti statici, vedono il sapere come un processo dinamico. Piuttosto che essere spettatori, sono attori e autori».
Si parla inoltre di generazione multitasking, ovvero capace di muoversi su più media contemporaneamente. Attenzione però ad esagerare le differenze tra le generazioni (immigrati e nativi digitali, docenti e studenti): «Adulti e studenti da sempre hanno avuto delle differenze» ha fatto notare la formatrice Patrizia Vayola. «Sono legate non solo ai media usati, ma anche ai modelli familiari, di autorità, di società. E comunque questo non ha mai spaventato i docenti».
Il successo del corso diretto Carla Antonini, che ha raccolto 180 iscritti da tutta Italia, ha dimostrato che gli insegnanti sanno mettersi in gioco.

Donata Meneghelli

Torna all'elenco | Versione stampabile

spazio
spazio spazio spazio
spazio spazio spazio