Lunedì 11 Marzo 2013 - Libertà
Cullberg, altissima lezione di danza
Al Municipale i ballerini del Teatro alla Scala hanno proposto tre opere della coreografa
piacenza - Danza contemporanea ma anche grande cultura non possono prescindere dallo straordinario contributo contenutistico e formale di Birgit Cullberg (1908-99), ballerina e coreografa svedese. Come dimostrato da Omaggio a Birgit Cullberg, terzo e attesissimo appuntamento della stagione di danza 2012-13 della Fondazione teatri di Piacenza. Al teatro Municipale sono state ieri rappresentate le opere cardine Pulcinella e Pimpinella, Adamo ed Eva e Romeo e Giulietta suite, coordinatore artistico Giuseppe Carbone. Protagonisti di questa tournée sono ballerini del Teatro alla Scala di Milano che, per la prima volta, interpretano su un palcoscenico italiano capolavori di Cullberg.
Riproporre oggi la sua altissima lezione significa riconoscere al ballo uno status paritetico ad altre importantissime discipline come musica, letteratura e teatro. Infatti tutte le opere di Cullberg - fino al 1952 ballerina, fra 1952 e '57 coreografa principale al Balletto reale svedese, quindi freelance, nel 1967 fondatrice del Cullberg ballet diretto fino al 1985 - sono fortemente impregnate o direttamente ispirate a plot letterari e/o teatrali sempre elevando poi la musica a fattore costitutivo essenziale.
Estese su oltre 20 anni, le opere viste ieri al Municipale dimostrano tuttora efficacia di un metodo, forza dell'ispirazione, eleganza del rinnovato stile coreutico.
Pulcinella e Pimpinella (1980), breve e incisiva, musiche di Igor Stravinsky, è un omaggio a leggerezza ma non a superficialità della "commedia dell'arte" italiana. I protagonisti (Maurizio Licitra e Antonella Albano), vivendo un amore romantico e non convenzionale, devono mascherare i loro sentimenti. Solo nel rifiuto delle gerarchie sociali potranno realizzare i loro ideali lontano dai genitori di lei (Katya Pianucci e Stefano Benedini) e dai curiosi "servetti" (Andrea Lochmann e Sofia Caminiti). Costumi pittoreschi, atmosfere vivaci quando non goliardiche a corredo di un'opera dal ritmo talora spumeggiante.
Più robusta e introspettiva Adamo ed Eva (1961), musiche di Hilding Rosenberg, duetto fra i biblici Genitori (Andrea De Marzo e Giorgia Bonetto) che, emancipandosi dall'incoscienza primordiale, raggiungono piena consapevolezza di sé e del proprio essere nel mondo. Il ballo aiuta in questo processo di crescita, i movimenti sono progressivamente più sobri e ingentiliti, più chiari e didatticamente leggibili. Proseguono nell'acquisizione, voluta, di una dignità umana sempre più forte e costruita con un logos come espressione conclusiva dell'atto.
Infine Giulietta e Romeo (1969), musiche di Sergej Prokof'ev, è forse il "dancedrama" più conosciuto e inflazionato della storia del teatro ma Cullberg qui punta tutto sulla psicologia dei due eroi. Dapprima Giulietta (Beatrice Carbone) e Romeo (Mick Zeni) sono al centro dell'attenzione anche visiva, abito bianco lei, rosso lui, azzurro i comprimari. Poi, nell'impossibilità di un legame normale, comprendono che la loro passione può acquietarsi solo con un gesto estremo. I due diventano allora perno compositivo mentre le strutture narrative di contorno (madre di lei Pianucci, padre di lei Benedini, Mercuzio è Federico Fresi, Paride Luigi Campa, Tebaldo Lochmann) vengono ridimensionate. L'azione sprofonda, la tensione cresce, i movimenti sono irregolari, pausati, quasi sforzati in ossequio ad un ordine superiore, impenetrabile, cui nulla possono gli altri attori.
Il numeroso pubblico ha a lungo applaudito le tre performance riconoscendo muscolosa bravura e imperturbabilità scenica dei ballerini bravissimi, dal canto loro, a fondere tecnica classica e principi più liberi fra naturalezza delle pose, ascolto del corpo e istintiva improvvisazione come arricchimento performativo.
Fabio Bianchi