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Lunedì 11 Marzo 2013 - Libertà

Disney: viaggio tra storia, arte e società

Un capitolo poco conosciuto della major, quello dei cartoon tra le due guerre

di ANNA ANSELMI
I tre porcellini quali testimonial della campagna per l'acquisto di certificati di risparmio con cui prestare soldi allo Stato impegnato nello sforzo bellico; Paperino che, smessi i panni del fannullone perdigiorno, si trasforma in un contribuente orgoglioso di pagare le tasse per sconfiggere - come recita lo slogan - le forze dell'Asse, mentre Paperina, Topolino, Gambadilegno, Dumbo o Fiore, la puzzola amica di Bambi, si adattano a decorare le fusoliere degli aerei: è il capitolo poco conosciuto della lunga storia della major che è stato al centro dell'incontro "Disney goes to War. Anche i cartoni disneyani sono andati in guerra", ospitato all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano nell'ambito del ciclo "Gli appuntamenti di Giandomenico".
Alla serata, dopo i saluti di Patrizia Pugni, presidente del sodalizio, e l'introduzione di Stefano Pareti, è intervenuto Piero Peretti, già presidente e amministratore delegato di Impero spa, ma qui in veste di profondo appassionato della cinematografia Disney, in particolare di quella del periodo tra le due guerre. La sua relazione è infatti il frutto di una ricerca ventennale che ha portato Peretti a ordinare il vastissimo materiale accumulato in quattro ponderosi tomi tuttora inediti, con un quinto in preparazione.
Anche grazie alla conversazione brillante del relatore, quello in Fondazione è stato dunque un viaggio tra la storia, il costume, la società, l'arte dell'animazione, con l'aggiunta di tante curiosità per una lettura a 360 gradi di un tema complesso che necessità in primis di un'adeguata collocazione nel contesto. Commissionarono cartoon a Walt Disney i governi sia statunitense sia canadese, che finanziò, tra gli altri, The Thrifty Pig, dove la casetta del porcellino saggio è solidamente costruita non in mattoni, ma con pacchi di certificati di guerra, e Stop That Tank! , per mostrare le potenzialità del fucile anticarro. L'intento propagandistico emerge nell'attacco dell'esercito tedesco a un villaggio addormentato, con un'accusa esplicita di comportamento vigliacco al nemico.
Le stesse caratteristiche dell'arma venivano magnificate con qualche esagerazione: «Si descrive questo tipo di fucile come leggerissimo, quando in realtà pesava moltissimo» ha osservato Peretti. Comunque sia, il successo dei cartoni animati fu eccezionale. Nel 1941 la Disney, che contava oltre mille dipendenti, venne bloccata da un lungo sciopero dei lavoratori, che chiedevano l'ingresso del sindacato nell'impresa. L'intransigente Walt Dsney a un certo punto opportunamente accettò l'invito per un tour in Sud America giunto da Nelson Rockfeller, presidente della Ciaa (Office of the Coordinator of Inter-American Affairs), «per contrastare la crescita dell'influenza nazista, i cui film di propaganda erano già stati distribuiti nei Paesi latino-americani, ma obiettivo non secondario era pure la protezione degli interessi economici statunitensi». Frutto di quella trasferta di due mesi furono diciotto cortometraggi a soggetto, su problemi di salute pubblica, e i lungometraggi Saludos Amigos e I tre caballeros. Con l'entrata in guerra degli Usa, gli studi Disney vennero occupati dalle forze armate, producendo film rivolti alla popolazione (come The New Spirit, il Premio Oscar Der Fuehrer's Face, Education for Death), alle massaie, ai militari (un centinaio di cortometraggi per l'addestramento); realizzando vignette, manifesti e più di 1200 insegne militari.

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