Venerdì 15 Marzo 2013 - Libertà
I canti della tradizione religiosa
Un libro di Nicola Iannone che esplora testi e musiche del passato
piacenza - Nonostante la nascita del Centro nazionale di musica popolare, presso l'Accademia di Santa Cecilia a Roma, risalga al 1948, dunque all'alba della nostra Repubblica, furono gli anni Sessanta e Settanta quelli in cui le pionieristiche ricerche condotte al Sud da Ernesto De Martino cominciarono a essere applicate all'intera penisola, Emilia-Romagna compresa.
Qui, a Bologna, alla cattedra di etnomusicologia al Dams, dal 1973 il docente Roberto Leydi promosse una vasta campagna di indagini nelle diverse regioni italiane. A quell'esperienza si ricollega l'ultimo libro di Nicola Iannone, Canti di tradizione religiosa della diocesi di Piacenza e Bobbio, Nuova editrice Berti, presentato all'auditorium di Piacenza e Vigevano da monsignor Domenico Ponzini, direttore emerito dell'ufficio diocesano beni culturali, e don Gianrico Fornasari, direttore della Schola cantorum di Groppallo, nonché cultore di musica sacra antica e moderna.
Iannone, diplomato in contrabbasso al Conservatorio Nicolini, aveva già pubblicato nel 1989, per i tipi Forni, Ballate della raccolta Nigra note nella provincia di Piacenza, sesto volume di Tradizioni musicali, con prefazione di Mario Di Stefano, artefice di quel Centro etnografico provinciale, il cui patrimonio di libri, riviste e nastri è confluito nelle collezioni della Biblioteca comunale Passerini Landi. Sorto nel 1979 per iniziativa dell'assessorato alla cultura della Provincia, come centro di documentazione e laboratorio aperto ai giovani affinché la memoria della cultura popolare locale non andasse perduta, il Centro etnografico era riuscito a catalogare «circa duemila documenti della tradizione orale piacentina rilevati in sessanta diverse località della nostra provincia per complessive novanta ore di ascolto» come riportato sul sito internet della Provincia, precisando che «tutti i materiali provengono da registrazioni originali effettuate "sul campo" a partire dagli anni Sessanta».
L'esplorazione compiuta da Iannone, che pur ha contattato ove possibile direttamente anziane "canterine" che ancora ricordavano brani della loro gioventù, ha invece preso in esame un settore molto specifico, quello appunto della tradizione religiosa. Monsignor Ponzini ha suggerito alcuni elementi per la datazione dei canti, che venivano eseguiti durante le celebrazioni, ipotizzando anche permanenze plurisecolari. Le novità introdotte dal Concilio Vaticano II hanno invece segnato una cesura. L'incontro in Fondazione è stato accompagnato dalla proiezione di immagini di processioni con il sottofondo di canti: le festività più importanti e le sagre costituivano infatti lo scenario naturale per i brani di cui Iannone ha tracciato una sorta di mappa, di paese in paese, nel nostro territorio.
Anna Anselmi