Sabato 16 Marzo 2013 - Libertà
Scaravaggi è presidente
Fondazione divisa in due
Clamorosa assenza di 12 consiglieri. «Comportamenti indecorosi»
Tredici consiglieri, tredici voti per Francesco Scaravaggi che da ieri è il nuovo presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano ed entro un paio di settimane presenterà la sua "squadra".
Un'elezione avvenuta con modalità clamorose: l'assenza voluta di dodici consiglieri, tutti piacentini, Sergio Giglio in testa, sui venticinque che compongono il parlamentino. Scaravaggi ha avuto l'appoggio di cinque consiglieri di Vigevano e di otto rappresentanti piacentini (Renato Zurla, Adriano Dotti, Carlo Tagliaferri, Milena Tibaldi, Mario Tondini, Benito Castellani, Fabrizio Garilli, Giorgio Milani) e alla seconda votazione la maggioranza assoluta è bastata. Non si sono fatti vivi per protesta, fra gli altri, due designati dalla provincia (Roberto Daturi e Carlo Ghisoni, oltre a Lucio Rossi, impegnato però in una conferenza a Rimini e che nel pomeriggio ha incontrato Marazzi), "fantasmi" anche due consiglieri dei sindaci come Claudio Bassanetti e Valter Alberici, Carla Chiappini del Comune e Pietro Galizzi della Cattolica, oltre agli esponenti di categorie economiche e parte del volontariato.
Le Idi di Marzo piacentine, come qualcuno le ha ribattezzate, hanno mostrato davvero un clima da congiura. La spaccatura fra Scaravaggi e Giglio si è radicalizzata fino all'estremo e negli ultimi giorni e ore ha alimentato una ridda di contatti, pressioni, tentativi di incidere sul voto come non se erano mai dati prima nella storia pur accidentata della Fondazione, in quanto a nomine. L'attacco più forte è arrivato dal presidente uscente, Giacomo Marazzi e dal consigliere cooptato Giorgio Milani.
Marazzi ha parlato di un atteggiamento da "Ponzio Pilato" del sindaco Paolo Dosi che non si è assunto le responsabilità come aveva invece assicurato. Milani ha raccontato dei tentativi di cercare un accordo con le istituzioni che è mancato e che proprio alle istituzioni va la responsabilità maggiore: «Ci sono stati comportamenti indecorosi e mortificanti - accusa Milani - e uno scandaloso tentativo di boicottare il tavolo, di ribaltarlo come fanno i bambini quando perdono». E poi un passaggio abrasivo sulle manovre di questi ultimi giorni: «Si sono viste convergenze e una saldatura fra interessi contrapposti, la convergenza è del mondo imprenditoriale, del mondo economico con in testa un istituto di credito, delle istituzioni e della politica, un mix esplosivo che ha prodotto un imbarbarimento mai visto prima».
Parole incandescenti. Il disagio è condiviso. I commenti all'uscita lo confermano: «Non ce lo aspettavamo, ma il consiglio era spaccato fin dall'inizio» (Fabrizio Garilli); «La Fondazione non è un partito politico, ha bisogno di tutti, bisogna ricompattarsi» (Renato Zurla). «Lavoreremo insieme per la città, non per un gruppo di persone» aggiunge Mario Tondini che ammette però, di fronte alle domande dei giornalisti, che l'assenza di quasi la metà dei consiglieri è un tentativo di delegittimare la nuova presidenza. C'è chi simpaticamente spezza la tensione con una battuta: «E' il momento dei Franceschi» dice Benito Castellani, alludendo all'elezione del Papa. E difende gli investimenti fatti e la necessità di pensare oggi alle persone che soffrono. Parole insolite anche da un ex come il vicepresidente uscente Luigi Cavanna: «Il consiglio è spaccato, ma prendiamo esempio dalla Chiesa, c'è bisogno di pace, di andare d'accordo ed essere buoni. Scaravaggi è una persona per bene».
E poi Cavanna contesta la continuità con la passata gestione: «Marazzi era espressione di Confindustria, come lo è Giglio, la discontinuità c'è oggi, con un presidente del volontariato». Sull'elezione in serata sono arrivate anche le felicitazioni del sindaco di Gossolengo, Angela Maria Bianchi e del vice Angelo Ghillani. Scaravaggi vive lì.
Patrizia Soffientini
patrizia.soffientini@liberta.it