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Lunedì 18 Marzo 2013 - Libertà

Tra Seeger e Dylan, la canzone è d'impegno

Applausi a Pareti, Peretti e Vignola nella bella serata con musica in Fondazione

di FABIO BIANCHI
La musica americana del ‘900 ha sempre perseguito dimensioni mitiche, è stata la colonna sonora o spensierata o impegnata della più evoluta potenza mondiale. Come dimostrato da Amore, protesta e poesia on the road nelle canzoni di Woody Guthrie, Pete Seeger, Joan Baez e Bob Dylan, piacevole serata tenuta all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Protagonisti un terzetto - già ben rodato per precedenti, apprezzate, performance - di brillanti intrattenitori: Stefano Pareti, Mario Peretti e Adriano Vignola.
Ottima la sinergia fra le associazioni organizzatrici: "Amici del Romagnosi" rappresentati da Patrizia Pugni, "Amici del Gioia" da Donatella Vignola e "Amici del Respighi" da Ippolito Negri. Hanno così espresso e rafforzato un'importante cultura ultra-scolastica nella consapevolezza di aver già dato tanto negli anni sul piano didattico e istituzionale.
Pareti, Peretti e Vignola si sono concentrati su cantanti-chiave del ‘900 che hanno profondamente influenzato la società del loro tempo. I tre autori si sono equamente divisi i compiti: rispettivamente preparatore di notizie e presentatore, ricercatore di immagini e di dischi originali, infine interprete dei motivi selezionati.
Nella presentazione Vignola ha ricordato come la serata fosse dedicata allo scomparso Sandro Pasquali, animatore - specialmente con il trio musicale "Gli amici ‘70" - di tante iniziative.
Quattro cantanti-simboli, quattro blocchi di canzoni allora, imperniate soprattutto sull'aspetto folk e più autenticamente genuino della tradizione americana riscoperta nel 1927 dal poeta Carl Sanburg. Infatti nel suo testo The american songbag raccolse - suddividendoli per ficcanti tematiche - oltre 300 significativi motivi folk americani poi sempre più ripresi.
Guthrie (1912-67) fu il precursore di questo genere, un diffusore oggi forse quasi leggendario per gli ambienti frequentati ma lasciò comunque un segno. Grazie a motivi ormai epocali come This land is your land, I ain't got no home, Pretty boy Floyd e Deportee.
La sua eredità venne raccolta da Seeger (nato nel 1919), attivista della sinistra, iniziatore del "Folk revival" degli anni ‘50 e ‘60, infaticabile cantore di un'umanità minore. Suoi storici motivi come Turn, turn, turn, If I had a hammer, Where have all the flowers gone? e la pimpante Guantanamera.
Di ben altra caratura Baez (1941), indiscutibile regina del "Folk revival", sempre in prima fila in movimenti pacifisti e antirazzisti. Alcuni suoi motivi sono ormai entrati nell'immaginario collettivo per la loro pregnanza concettuale: Henry Martin, Geordie, Silkie, Barbara Allen...
Infine il guru, il folk-singer per eccellenza, l'istrione di più di una generazione di giovani delusi o arrabbiati americani, Dylan (1941) che tuttora sfida il tempo e i potenti con i suoi celebratissimi motivi. Fra cui ricordiamo Blowin' in the wind, The times they are a-changin', Mr. Tambourine man, Like a rolling stone, Chimes of freedom.
Suggestive, fra le altre, le foto in bianco e nero dei giovanissimi Baez e Dylan che, poco più che esordienti, già avevano compreso la portata - storica se non rivoluzionaria - del loro contributo, intuito quanto incisiva fosse la loro presa di posizione tra forti contrasti civili e sociali.

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