Mercoledì 6 Marzo 2013 - Libertà
Insegnare la storia alla generazione 2.0
Da domani a sabato un corso di aggiornamento promosso dall'Isrec con insegnanti da tutta Italia
piacenza - Insegnare la storia alla generazione 2.0, quella - per intenderci - dei nativi digitali che si muovono agilmente tra navigazione internet, social network, tecnologie della comunicazione basate sulla simultaneità, la velocità, la presentificazione. Insomma, tutti elementi che sembrano "cozzare" con lo spessore storico e la ricostruzione della dimensione temporale dei fenomeni.
La sfida di insegnare la storia alle giovani generazioni viene però raccolta dal mondo della ricerca e della scuola. Ne è un esempio l'importante tre giorni di convegno organizzata dall'Irsec, Istituto per la storia della resistenza e dell'età contemporanea di Piacenza. Intitolato "La storia in digitale", si tratta di un corso di aggiornamento che andrà in scena all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, in via Sant'Eufemia 12 da domani a sabato. Ben 150 i docenti iscritti, di ogni ordine di scuola, provenienti da Piacenza e provincia, ma anche dal resto dell'Italia.
Gli insegnanti e gli storici che si confrontano con le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (Tic) oggi non sono certamente sulla difensiva, ma anzi intendono sfruttare (con la consapevolezza dovuta) le possibilità offerte dalla tecnologia. Fa osservare la direttrice dell'Irsec Carla Antonini: «La ricerca e la didattica della storia nell'era digitale presentano scenari rivoluzionati. Accanto ai manuali di carta abbiamo testi digitali, possibilità di consultare cataloghi bibliografici e documentali online e archivi digitalizzati, di scaricare filmati digitali. Insegnanti, studenti e aule scolastiche fanno uso costante di strumenti multimediali (computer, videoproiettore, lavagna multimediale, tablet, smartphone). L'insegnamento in presenza può essere supportato da quello a distanza. Si possono sperimentare nuovi paradigmi di scrittura multimediale».
Certamente occorre attrezzare le giovani generazioni ad un uso "critico" del mare magnum di informazioni che si trovano nella navigazione in rete. «I rischi - prosegue la Antonini - sono quelli della perdita di capacità intellettuali, dell'assuefazione ad un uso superficiale dei prodotti culturali. Il corso che proponiamo, che si avvale di esperti di storia e didattica, comunicazione, è rivolto ai docenti e offrirà occasioni sia di acquisizione del bagaglio informativo per districarsi nell'universo digitale, sia di sperimentazione di attività didattiche da svolgere con i propri studenti».
Il corso prende avvio domani dalle 14 alle 17.15 con gli interventi di Antonio Brusa (Al tempo di internet: come cambiano i materiali di studio e la storia da studiare), Paolo Ferri (L'impatto della rivoluzione digitale sui paradigmi epistemologici), Luisa Cicognetti (La storia nella rete. Riti, miti e modelli tra blog, social network, wikipedia e youtube in alcuni paesi dell'Ue).
Si prosegue venerdì (9.30 - 13) con le relazioni di Giovanni Biondi, Capo dipartimento per la Programmazione del Ministero per la Pubblica Istruzione; Serge Noiret (Come cambia la storia nella ricerca, scrittura e divulgazione) Ivo Mattozzi e Giuseppe Di Tonto (Indicazioni ministeriali, risorse digitali e didattica della storia). Chiude la mattinata la tavola rotonda con esperienze didattiche esposte da Paola Limone, Crisitna Cocilovo, Patrizia Vayola che condurranno anche i laboratori pomeridiani. Sabato dalle 9.30 alle 13, interventi di Carlo Formenti (Incantati dalla rete. Immaginari, utopie e conflitti nell'epoca di internet) e di Michele Facci (Emozioni, relazioni e apprendimento nell'era digitale). Segue l'intervento di Elena Gabbiani, docente del liceo "Gioia" ed esperta di Lim, e di Igor Pizzirusso, webmaster, con la presentazione di lezioni con l'uso di Lim e didattica in rete. Chiudono la tre giorni di lavoro Carla Antonini e Carla Marcellini.
Donata Meneghelli