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Mercoledì 20 Febbraio 2013 - Libertà

Il presidente della Fondazione Marazzi: «L'obiettivo è rivitalizzare il quartiere». Teatro Gioco Vita di Diego Maj penserà alla gestione

di ANNA ANSELMI
E' ormai in dirittura d'arrivo il progetto per la trasformazione della chiesa del Sacro Cuore di via Melchiorre Gioia in una sala teatrale polivalente, affidata in locazione al Teatro Gioco Vita, che avvierà anche laboratori nel vicino edificio, già oratorio dei gesuiti. Il complesso, di proprietà della Fondazione di Piacenza e Vigevano, si candida quindi a ulteriore polo per la produzione e l'allestimento di spettacoli.
L'auspicio di Giacomo Marazzi, presidente uscente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, è che «attraverso la riqualificazione della chiesa possa scaturire la riqualificazione di una parte importante del centro storico della nostra città, finita però gradualmente ai margini». L'intenzione è dunque quella di mettere in moto un'inversione di tendenza. «Abbiamo voluto far rivivere la chiesa e vorremmo che in questo modo si rivitalizzasse l'intero quartiere, passando dalla riqualificazione di un bene - ha rimarcato Marazzi - a quella di un'intera zona urbana».
Con l'apertura della nuova sala e annessi verrà anche completato l'intervento sull'isolato acquisito dalla Fondazione nel quale, con gli anni, hanno trovato posto varie funzioni, dalle aule scolastiche a un centro di riabilitazione. Restava chiusa solo la chiesa. «Non è stato facile trovare una destinazione d'uso per un ambiente così vasto e dalle caratteristiche ben precise. Ci sono altre antiche chiese sconsacrate per le quali evidentemente non si riesce a delineare un futuro, anche per i costi di gestione che edifici così impongono. In ogni caso - prosegue Marazzi - le architetture devono vivere. L'incuria è il peggior nemico, perché vengono meno le necessarie manutenzioni ordinarie che il loro normale utilizzo comporta».
Un paio di anni fa la Fondazione aveva provveduto al rifacimento del tetto. Adesso ha realizzato la gradonata in legno per il pubblico, la sistemazione di quello che era il presbiterio (e diventerà il palcoscenico), la messa in opera degli impianti.
A cura di Gioco Vita, il teatro stabile di innovazione diretto da Diego Maj, sarà l'allestimento di scena e luci propri di una sala teatrale. La nuova funzione ha comportato anche la rimozione della bussola d'ingresso, di arredi mobili (tra cui i confessionali intagliati con l'iconografia del Sacro Cuore), reliquari posti sotto gli altari, statue (particolarmente delicato si è rivelato lo spostamento della pesante effigie del Sacro Cuore collocata nell'abside), affidati alla Curia. «Abbiamo seguito il criterio di minimizzare al massimo l'interferenza con l'esistente, le sue peculiarità e l'apparato decorativo» ha premesso il progettista Marcello Spigaroli, architetto. L'approvazione del progetto ha interessato gli organi competenti, dalla Soprintendenza alla commissione pubblici spettacoli, dai vigili del fuoco all'azienda Usl, al genio civile.
Dal punto di vista pratico, l'organizzazione dello spazio è all'insegna della flessibilità e dell'adattabilità alle esigenze delle rappresentazioni, con una capienza massima fissata sui 200 posti a sedere. Gli spettatori potranno disporsi su due gradonate che si fronteggiano, con quella in corrispondenza di via Melchiorre Gioia anche attrezzata per accogliere le sedute che si possono posizionare pure attorno a un palco centrale, qualora lo spettacolo non sia orientato lungo un'unica direzione.
Paolo Milani, ingegnere, che si è occupato dell'impiantistica, sottolinea inoltre come illuminazione e riscaldamento, a pannelli radianti, rispondano al requisito della reversibilità, in quanto totalmente smontabili. La sala per i laboratori teatrali, centro di formazione per le varie professionalità che ruotano attorno alla messa in scena di uno spettacolo, dai costumi agli scenografi, sarà dotata di un atrio, locali tecnologici e servizi igienici. In chiesa spiccano per eleganza, insieme al pulpito rimasto in loco, anche le cantorie dell'organo che chissà se, in futuro, restaurato, potrà tornare a suonare.
Nel passato dell'edificio c'era già stata una destinazione teatrale, quando le soppressioni napoleoniche degli ordini religiosi avevano allontanato i minimi di San Francesco da Paola e l'aula di via Melchiorre Gioia era diventata il Teatro Romagnosi, di cui Spigaroli ha rinvenuto alcuni disegni. I gesuiti avevano riconsacrato la chiesa nel 1896, lasciando poi definitivamente Piacenza nel 1992.

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