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Domenica 24 Febbraio 2013 - Libertà

Biomedica, indagine per 3mila euro all'Udc

Bruno Giglio: vicenda irrisoria e noi siamo in regola, ma mi vergogno di questo Paese

Ingegneria Biomedica Santa Lucia sotto i riflettori della Guardia di Finanza piacentina per un presunto finanziamento illecito all'Udc laziale.
Nell'ambito di una più vasta inchiesta avviata dalla Procura di Roma e dalla Corte dei Conti, le Fiamme Gialle della Caserma Artale stanno indagando su tremila euro versati attraverso bonifico dalla società piacentina presieduta da Bruno Giglio al partito di Pierferdinando Casini. Anche la Procura di Piacenza ha aperto un fascicolo per presunte irregolarità sul finanziamento ai partiti e sono stati esaminati dei documenti relativi alla Biomedica da un consulente della società. L'indiscrezione sull'indagine romana relativa a rimborsi elettorali per le elezioni Regionali del marzo 2010 circolava già da qualche tempo, precisamente dal novembre scorso, su siti nazionali, dal Corriere della Sera a Il Fatto Politica & Palazzo da Infiltrato. it fino al quotidiano La Repubblica. Viene citato anche il nome della società mai però collegandola a Piacenza.
Secondo la Corte dei Conti non sarebbero stati presentati dall'Udc i documenti di 25 sponsor dei candidati centristi, anomalie riscontrate in particolare nella attività del tesoriere Vittorio Bonavita, che è anche direttore generale dell'Asl Roma B.
Infine il quotidiano nazionale Il Giornale, nel numero in edicola ieri, ha rilanciato la vicenda legandola in premessa alla battaglia per la poltrona di presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano di Sergio Giglio «industriale del settore ospedaliero e capo della Ingegneria Biomedica Santa Lucia» (il fratello Bruno ne è presidente e legale rappresentante) che il quotidiano ritiene vicino al Pd.
Il tempismo con cui la notizia viene rilanciata sembra rendere più amaro il "boccone" per la famiglia di Gragnanino, come emerge dalle parole del Cavaliere del Lavoro Bruno Giglio, al quale abbiamo chiesto un commento.
Presidente Bruno Giglio, cosa può dirci di questa inchiesta?
«Mi vergogno di vivere in questo Paese, lo ripeto, mi vergogno di vivere in questo Paese. Stiamo parlando della Biomedica, una realtà che fa lavorare 480 ragazzi dall'età media di 29 anni, con un fatturato di 130 milioni di euro. Noi paghiamo il 65 per cento del nostro reddito, intorno ai 4 milioni di euro di tasse all'anno, non abbiamo mai avuto un problema. Questa notizia fa sorridere. C'è solo un vizio di forma, è stato registrato questo finanziamento di tremila euro, le dirò di più, non lo abbiamo detratto, mentre era in nostro diritto. Credo che ci sia un vizio di forma tutto da dimostrare. Non è ancora assodata la cosa. La nostra azienda è il fiore all'occhiello di Piacenza, dell'Italia e oltre. Porta innovazioni che stanno facendo onore a tutti, abbiamo un saldo attivo di sessanta persone, occupate in posti più che onorevoli, quando gli altri stanno lasciando a casa i lavoratori e mettendo in cassa integrazione. Questa vicenda è una questione irrisoria tutta da dimostrare, riteniamo di essere in regola. Non abbiamo niente da nascondere».
Come mai proprio l'Udc del Lazio?
«Ci siamo avvalsi di una legge e parliamo solo di tremila euro. Perché mai nessuno va a vedere la beneficenza che facciamo per centinaia di bambini in India? Questo non viene mai pubblicizzato... ».
C'è molta amarezza nelle sue parole. E sull'articolo del "Giornale" si parla della corsa di suo fratello per la Fondazione.
«Sì, sono molto amareggiato, anche dalla cattiveria con la quale viene trattato mio fratello, credo che non se lo meriti. La Fondazione dovrebbe andare per conto suo e non toccare altri equilibri che non vanno toccati. Ma non so se le due cose sono in relazione».
Restando sul tema-Fondazione, è stato reso noto il contenuto dell'esposto della Fondazione alla Procura piacentina dove si adombra un'incompatibilità di suo fratello in quanto la Biomedica lavora con i Comuni che esprimono cinque consiglieri nell'ente. Si vede un conflitto di interessi. Siete ancora impegnati nella gestione-calore per i Comuni?
«La gestione calore la facciamo ancora, il discorso statutario della Fondazione non lo conosco né me ne sono mai interessato, ma mettere in correlazione le due cose mi sembra assurdo, il ruolo che mio fratello assumerà o dovrebbe assumere, non lo so, è comunque un ruolo che lui voleva per apportare qualcosa alla città e non sicuramente per salvaguardare interessi dell'azienda che non ha bisogno di salvaguardare proprio niente. L'azienda si mantiene per conto suo, sta andando avanti e ha un iter molto importante. Penso che mio fratello legittimamente aspirasse a un ruolo dopo essere stato in Associazione Industriali e aver fatto bene, ritengo che ne avesse anche diritto. Se lo statuto non glielo permette lo chiariranno altri, ma non c'è nessuna relazione con la nostra azienda. Gli appalti sono stati vinti alla luce del sole, contro avversari agguerriti e senza nessun tipo di sotterfugio. Terrei molto distinte le due cose. E' legittimo che mio fratello aspiri a quel ruolo se ritiene di farlo, ma sicuramente non aveva alcun fine».

Patrizia Soffientini patrizia.soffientini@libero.it

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