Venerdì 1 Marzo 2013 - Libertà
Né ranocchi né principesse
Come amare il proprio corpo
Domani, alle 20,45, in Fondazione, l'ultimo incontro del ciclo 2012-2013
Gamelli: «Impariamo a gestire i cambiamenti corporei degli adolescenti»
di ELISA MENDOLA*
La Scuola genitori anche quest'anno affronta temi che i partecipanti stessi ci hanno segnalato. Per questa ultima serata del ciclo di incontri del 2012-2013, domani, venerdì 1° marzo, dalle ore 20.45 alla Fondazione invia Sant'Eufemia 13, abbiamo deciso di affrontare un tema molto accattivante, come aiutare i figli ad amare il proprio corpo, con un degno relatore, il professor Ivano Gamelli, insegnante di Pedagogia del corpo all'Università di Milano-Bicocca. Tra i suoi libri segnaliamo: Pedagogia del corpo (Raffaello Cortina Editore). www. pedagogiadelcorpo. it
«Né ranocchio, né principessa! Come aiutare i figli ad amare il proprio corpo» è dunque il titolo del tema che sarà sviluppato nel corso dell'incontro in Fondazione. Ivano Gamelli ha accettato di rispondere ad alcune nostre domande, anticipando così alcuni dei temi che saranno trattati.
Il passaggio dall'infanzia alla pre-adolescenza è particolarmente segnato dalla trasformazione corporea. Cosa possono fare i genitori per sostenere questa fase di transizione evolutiva?
«Mai come in questa fase di transizione i cambiamenti sono segnati dai cambiamenti corporei, che investono soprattutto la sfera della sessualità, ma non solo, poiché a tali trasformazioni si lega il tema degli inevitabili conflitti legati alla crescita e dunque al distacco dalla dipendenza dai genitori. Fino a non molti anni fa con i genitori di tutto ciò non si parlava, lo si viveva in solitudine, nel confronto coi pari, non di rado con timore se non addirittura con angoscia. Ricordarsi di quel che abbiamo vissuto noi allora, a partire dal nostro vissuto corporeo ed emotivo, può aiutarci a preparare i figli ad affrontare con serenità, con complicità e anche con leggerezza tali cambiamenti, parlandone apertamente e allo stesso tempo stando attenti a non risultare intrusivi e controllori».
In che modo l'autostima ha a che fare con una buona percezione del proprio corpo?
«E' il tema dell'immagine del corpo e dei canoni estetici e culturali con i quali lo guardiamo, da cui discendono risorse e problemi. Basti pensare all'anoressia, che non è un disturbo dell'appetito ma riguarda il conflitto tra il rifiuto a diventare "grandi", il rendere desiderabile il proprio corpo allo sguardo dell'altro e insieme la richiesta di attenzioni e di uno sguardo diverso su di sé. Il corpo è il grande protagonista della cultura contemporanea, ma in una società edonista, dove quel che conta è ciò che appare, una buona percezione del corpo non può che passare attraverso l'accettazione di quel che si è più che di quel che si ha, la dimensione dell'ascolto, del corpo come luogo della relazione con l'altro, la riscoperta dei propri limiti, il piacere della fatica…»
L'esposizione corporea nei canali mediatici aumenta a dismisura. I bambini e i ragazzi sono spesso a contatto con "corpi perfetti" e seminudi. Come questo influisce su di loro?
«L'adultizzazione precoce dell'infanzia, che passa attraverso i modelli mediatici del corpo, è tra i dati culturali più caratterizzanti della nostra modernità. Da sempre la storia dell'infanzia è anche la storia delle pratiche di controllo della corporeità sessuata infantile. Ciò che però oggi è aberrante non è scoprire che i bambini hanno una loro sessualità e delle loro pratiche, quanto come queste siano distorte dallo sguardo commerciale e volgare adulto. Si vendono scarpe per neonati che ancora non camminano, esistono linee di moda specifiche per bambini che includono scarpe coi tacchi, wonderbra, pantaloncini attillati, minigonne ecc. Restituire ai bambini la loro corporeità, che altro non è che una condizione il più possibile vicina allo stato di natura (con ginocchia sbucciate, vestiti arrangiati, visi sporchi ecc.) è l'antidoto che abbiamo a diposizione».
Quando ci sono fratelli e sorelle di sesso diverso i genitori devono comportarsi in modo differente rispetto alle problematiche corporee?
«Più che comportarsi astrattamente in modo differente, occorre riconoscere che esistono concretamente delle differenze di genere. Che non sono solo legate alle differenze dei caratteri sessuati. Si nasce nel corpo maschi e femmine, ma si diventa - anche grazie all'educazione ricevuta - uomini e donne: è un modo diverso di guardare al mondo. Educare i nostri figli a questa consapevolezza nel rispetto delle reciproche e irriducibili differenze e, soprattutto, oltre ogni gerarchia di valore e di scelta sessuale, è il compito che come genitori ci spetta».
Questi alcuni degli spunti e degli stimoli proposti dal professor Gamelli per una serata che si preannuncia molto interessante. Vi aspettiamo numerosi con le vostre domande, le vostre imperfezioni e i vostri dubbi. Vi aspettiamo in Fondazione alle 20,45. Tutte le info sul sito www. cppp. it
* Dottoressa in Psicologia,
coordinatrice Scuola Genitori CPP