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Venerdì 1 Marzo 2013 - Libertà

Si alza il sipario sul nuovo spazio teatrale

Sacro Cuore: domani l'inaugurazione con interventi di Marazzi, Spigaroli e Maj

di ANNA ANSELMI
Domani sera si alzerà il sipario sul nuovo spazio teatrale nell'ex chiesa dei Gesuiti, l'edificio di via Melchiorre Gioia da tempo chiuso al pubblico e che ora, dopo i lavori di adeguamento progettati da Marcello Spigaroli, si appresta a vivere una rinnovata stagione sotto la direzione di Teatro Gioco Vita, il teatro stabile d'innovazione di Diego Maj al quale la Fondazione di Piacenza e Vigevano, proprietaria dell'immobile, ha concesso il complesso in locazione, per trasformarlo in luogo di allestimento e rappresentazione di spettacoli, anche grazie al laboratorio che avrà sede in ambienti attigui.
All'inaugurazione in anteprima (ingresso a invito), interverranno: Giacomo Marazzi, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Marcello Spigaroli, architetto, e Diego Maj, direttore artistico di Teatro Gioco Vita. Nelle prossime settimane spetterà proprio a Gioco Vita completare i lavori per rendere completamente funzionante la sala, i cui impianti sono stati progettati da Paolo Milani, ingegnere.
Se Spigaroli evidenzia come già, dopo la soppressione degli ordini religiosi nel 1805, la chiesa avesse avuto una destinazione teatrale (si trovava infatti tra queste mura il "Romagnosi", del quale l'architetto ha ritrovato alcuni disegni), l'aspetto decorativo attuale si deve ai gesuiti, che qui si insediarono alla fine dell'Ottocento e che in precedenza officiavano nella non lontana chiesa di San Pietro, annessa all'omonimo Collegio, dove oggi ha sede la Biblioteca comunale Passerini Landi, in via Carducci. I seguaci di Sant'Ignazio di Loyola intrapresero l'iconografia dedicata a famosi confratelli (ritratti in particolare in medaglioni su un fregio lungo la navata e il presbiterio) e al Cuore di Gesù, che ricorre sulla superficie dipinta dell'edificio.
Spigaroli sottolinea di aver operato secondo i criteri di flessibilità e reversibilità dell'intervento, cercando di «non interferire con l'esistente». Gli arredi lignei, i reliquari e le opere d'arte rimossi sono stati consegnati alla Curia. Tra i manufatti rimasti in loco, spicca l'antico organo, dall'elegante cantoria, per il quale è auspicabile un futuro restauro.
Per quanto riguarda la fruizione come sala teatrale, con una capienza di circa 200 posti, il progettista ha tenuto conto delle molteplici relazioni tra platea e pubblico che si potranno di volta in volta instaurare. Per cui, la gradonata fissa, collocata in corrispondenza della controfacciata d'ingresso, può fronteggiare all'occorrenza un'analoga disposizione di sedute situate nella zona absidale, ma gli attori potranno anche recitare al centro dello spazio, circondati dagli spettatori.
Al termine del cantiere l'accesso sarà garantito anche a chi ha problemi di mobilità. Nella sua recente pubblicazione su Santa Maria di Gariverto, padre Luigi Muratori riporta in sintesi le chiese chiuse e scomparse del quartiere (ben diciotto, in totale), citando anche la chiesa del Sacro Cuore, già intitolata alla SS. Trinità e poi a San Francesco da Paola. La costruzione risale al 1031. Venne poi riedificata nel 1587 dai Minimi, ordine mendicante fondato dal taumaturgo San Francesco da Paola nel XV secolo, diffuso in Italia (specie in Calabria e in Sicilia), in Francia e in Spagna. Tra i religiosi più noti, il pittore Fra' Galgario. Quando i gesuiti, acquisirono l'edificio, ospitava un magazzino.

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