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Sabato 16 Febbraio 2013 - Libertà

Fondazione, "scoppia" la tregua

Stretta di mano Giglio-Marazzi. Dotti: «Ma la contrapposizione è forte»

Niente liti né cadute di stile. L'insediamento del nuovo "parlamentino" della Fondazione di Piacenza e Vigevano avviene nel più assoluto fair play anche se poi il tiro alla fune sotterraneo è titanico.
Ieri la stretta di mano fra il presidente uscente Giacomo Marazzi e l'industriale Sergio Giglio, uno dei due candidati alla presidenza (l'altro è Francesco Scaravaggi), nonché acerrimo critico della gestione in scadenza, fa pensare che si cerchi di incollare il vetro andato in frantumi.
Entrambi rilasciano dichiarazioni distensive, Marazzi si esprime così: «La riunione è andata benissimo, tranquilla». Giglio: «clima sereno, siamo gente civile». La consigliera Alessandra Tampellini (Camera di Commercio) conferma il «buon clima». Milena Tibaldi Montenz (Comune) alla domanda se ravvisa punte di asperità chiosa: «ci sono alcune posizioni non identiche, spigoli no, è stata una cosa di grande civiltà». Ma c'azzecca anche Adriano Dotti (Volontariato), quando gli si chiede della battaglia tra le due anime, una più afferente al volontariato, l'altra al mondo industriale: «La contrapposizione c'è ed è elevata» ammette. La febbre? Un consigliere di passaggio sussurra: «Sta a 40».
I fatti. Mancavano alcuni nominati fra i ventidue attesi ieri. Marazzi ha presieduto l'incontro a palazzo Rota Pisaroni durato meno di un'ora, ha spiegato il meccanismo per cui ciascun consigliere potrà presentare ora tre nomi per cooptare gli ultimi membri del consiglio generale.
Scivola via senza urti sia la questione delle dimissioni di Vittorio Cavanna dal Cda - non sarà sostituito mancando due settimane alla scadenza - come pure la ventilata incompatibilità di Renato Zurla in quanto presidente della Croce Rossa provinciale. «C'è un parere dell'Acri e di un avvocato - spiega lui stesso - la Croce Rossa Italiana non è un ente pubblico con una capacità di spesa e di potere». Sergio Giglio, uscendo, parla del nuovo consiglio come espressione delle anime del territorio con le quali auspica la maggior «coesione» possibile per «far ripartire la Fondazione al netto delle critiche e delle polemiche». Sull'incompatibilità di Zurla: «Abbiamo ascoltato i pareri legali, non ci siamo espressi, li esamineremo». Ha stretto la mano a Marazzi, gli chiediamo? «Per quale motivo non avremmo dovuto stringerci la mano?! Con Marazzi non c'è critica personale, ci sono maniere diverse di intendere gli investimenti». E sui cooptati: «Pensiamo a nomi di alto valore nella cultura, finanza, economia, volontariato, filantropia, ma soprattutto con la propria testa e il proprio pensiero».
Eventualmente la sua squadra ha già un profilo? «Se mi sarà chiesto di presentare una governance preferirei fosse condivisa con il resto del consiglio». E il nodo gordiano degli investimenti futuri? «Vediamoli alla luce del bilancio 2012 che non abbiamo esaminato, saremo noi nuovi consiglieri a votarlo e sicuramente potremo farcelo spiegare dall'attuale Cda della Fondazione. La contrapposizione se dovrà esserci ci sarà, ma non la cerchiamo».

Patrizia Soffientini

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