Venerdì 8 Febbraio 2013 - Libertà
Giampiero Podestà, l'illuminazione del blu
Mughini parla dell'artista piacentino: «Le sue opere sono un colpo di fioretto»
piacenza - Il fascino delle opere di Giampiero Podestà in Life in blue (Hobo Jungle Press, pp. 219) di Gerard Georges Lemaire, un libro scritto in lingua inglese presentato l'altro pomeriggio all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano da Giampiero Mughini (sempre sorpendente il suo look tra giacche a quadri, maglioni a collo alto e occhiali colorati), presenti Mafalda Podestà, Fiorella Sharf, giovane attrice milanese che ha letto alcuni brani in lingua italiana del volume di Lemaire e il giornalista Mauro Molinaroli che ha coordinato un incontro ricco di spunti, di commenti e di preziosi accenni artistici.
Mughini sa essere grande, contamina i linguaggi e anche per questo dedica a Podestà, di cui è amico da anni, parole ricche di significati. L'artista piacentino, restio come sempre, si mischia tra il pubblico accanto agli amici che possono coglierne l'itinerario pittorico. Infatti sia negli Stati Uniti che in molti Paesi dell'America Latina, Podestà sta ottenendo riscontri autorevoli oltre che un grande successo (verificare su Google). Pare che che la cantante Madonna nella sua spelndida villa possegga alcune opere di questo nostro artista, riservato è vero, ma per certi aspetti unico, con i blu che catturano, avvolgono e coinvolgono regalando emozioni a non finire.
Il blu per Podestà, ancora agli esordi del suo destino artistico, è una sorta di illuminazione che gli appare dalle opere di Piero della Francesca. Lo ritrova poi nella foresta amazzonica con il mitico Salto Angel, e quell'esperienza fondante si trasforma in una serie di opere che hanno nel blu di quella infinita cascata la loro chiave cromatica dominante. Il blu torna poi, prepotentemente quando gli si presenta la proposta della prestigiosa Montserrat Gallery di New York di pubblicare una serie di libri dedicati alla tragedia dell'11 settembre 2001 in cui Podestà incide con un suo gesto vigoroso i brevi testi dei quattro scrittori. Un colpo di blu, a evocare quella tragedia: «Si trattò di un lavoro straordinario - commenta Mughini - in cui Podestà ebbe modo di affermare tutta la propria sensibilità, tutto il suo valore e una tecnica».
L'esclusivo "blu Podestà" sa accendere di vibranti luminosità le sue opere che hanno come denominatore comune questa scelta cromatica che si caratterizza per la sua unicità e per il dinamismo, ma sa anche accendere Giampiero Mughini, secondo il quale le opere dell'artista piacentino «sono un colpo di fioretto, tocchi di classe autentica e ricche di sacralità e mistero». Sui blu dell'artista piacentino il critico e letterato francese Gérard-Georges Lemaire (l'autore del volume presento l'altra sera) si era già più volte espresso sottolineando come "un quadro è veramente un quadro quando riesce a creare questi sentimenti forti, queste emozioni, queste tensioni, questa alta poesia senza parola, ma potente, vivace ed eloquente".
Aggiunge Mughini: «Chi sta davanti ad un dipinto di Podestà resta sbalordito: tanta bellezza, tanta contraddizione, tanta forza, tanta luce alla nostra vita». Il mondo di Podestà (e quello di Mughini) è un mondo in cui l'arte non solo è rappresentazione ma è colore ed emozione che dialoga ancora una volta con superfici trasformate in pieghe e in altorilievi in grado di produrre un gioco di luci e ombre che offrono suggestioni dai rimandi alla natura ma anche a quello imperscrutabile del pensiero. Si spende Mughini, ritorna agli anni Sessanta, agli esordi di Podestà, cita Schifano, addirittura le differenze tra il blu di Picasso e quello di Podestà. Si vola alto, perché questo blu sa muoversi, danzare nel tempo e nello spazio.
Mughini grande interprete dell'opera di Podestà, ma anche "bibliofolle", collezionista ad oltranza: un uomo che ha fatto della cultura una delle proprie ragioni di vita. Conosce Oswaldo Bot più di tanti di noi e cita Gianni Croce di cui possiede due rare stampe futuriste: «Un grande - conclude - che come Bot avrebbe meritato di più».
Stefania Nix