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Mercoledì 6 Febbraio 2013 - Libertà

Dosi: va difesa l'autonomia della Fondazione

Sul caso, sempre più incandescente, interviene il primo cittadino. Il futuro? «Vedo questo istituto come espressione più vicina al volontariato e alla cultura». Fiducia sul miglioramento dei conti e un invito a diminuire la conflittualità

Fondazione di Piacenza e Vigevano nel mirino.
A pochi giorni dalla convocazione del nuovo parlamentino che coopterà gli ultimi tre membri fra personalità di chiara fama, a poche settimane dalla nomina del futuro presidente dell'istituto, sospesa fra due candidature, quella dell'ex assessore all'urbanistica Francesco Scaravaggi e quella dell'ex presidente di Confindustria Sergio Giglio, in consiglio comunale è scoppiato il caso della gestione (impegni su un bond Monte Paschi, prima ancora investimenti in Monte Parma, dubbi sulla tenuta del patrimonio) e intanto l'istituto di via Sant'Eufemia annuncia un'azione legale per tutelarsi da calunnie sulle perdite subite.
Su questa materia che, appare come un magma incandescente, abbiamo rivolto al sindaco Paolo Dosi alcune domande.
Sindaco Dosi, la febbre intorno alla Fondazione sale. Il consiglio comunale chiede chiarezza.
«Non vorrei, anzitutto, che si radicasse l'idea che abbiamo una Fondazione allo sbando. E' giusto chiedere un momento di approfondimento sulle scelte finanziarie, scelte complesse che appartengono a tutte le Fondazioni, ma questa non è una Fondazione che risponde solo a se stessa, ha dei vincoli, ci sono organismi di controllo, il consiglio generale, il collegio dei sindaci, il ministero del Tesoro come autorità di vigilanza che valuta la consistenza e la qualità degli investimenti, investimenti che hanno margini di opinabilità, però sulla loro legittimità non può essere un consiglio comunale o un sindaco a "sindacare", scusi il gioco di parole».
E' utile però un'audizione del presidente uscente Marazzi in questo particolare momento.
«Parto dal presupposto di aver fiducia nella Fondazione, ma ben vengano audizioni in aula consiliare per fare domande e fornire risposte».
Ritiene che vada rivisto il rapporto fra enti locali e Fondazione?
«C'è il tema dell'autonomia che va salvaguardata. Voglio ricordare che le Fondazioni bancarie nascono per una serie di ambiti, secondo il dettato normativo, che vanno dalla ricerca scientifica all'istruzione, dall'arte alla sanità, dalla cultura alla conservazione del patrimonio ambientale, all'assistenza a categorie sociali deboli. La legge del 2001 chiedeva alla Fondazione di scegliere tre ambiti, poi diventati cinque nel 2004, che attengono alla dimensione civile, sociale e culturale del nostro territorio e non entrano in quella strettamente economica per la quale esiste un organismo come la Camera di commercio dove operano le associazioni imprenditoriali e gli organismi preposti al sostegno della vita economica del territorio. Ci sono altre attese legittime che rivendicano maggior protagonismo agli enti locali, con eventuali modifiche allo statuto. Parliamone, ma è opportuno? A Siena gli enti locali nominano 22 componenti su 25 della Fondazione Mps e vediamo bene che fine hanno fatto. C'è il rischio che politica si impadronisca delle Fondazioni per perseguire fini non di autentica utilità comune, come appunto è accaduto a Siena».
Lei dunque non toccherebbe lo statuto.
«Lo statuto si può correggere lievemente forse, ma non stravolgere né in senso economicistico né politico».
Che futuro vede per la Fondazione?
«I consiglieri designati dal Comune non hanno vincolo di mandato, da parte mia ho fatto però una scelta che riguarda gli ambiti di provenienza dei membri designati, uno (Carla Chiappini, ndr) arriva dal mondo del volontariato, l'altro dall'associazionismo culturale (Milena Tibaldi, ndr). Sono questi i mondi da rappresentare».
Ci sono due candidati alla successione di Marazzi: Scaravaggi, legato al volontariato e l'industriale Giglio. Non è scontato per i candidati alla presidenza della Fondazione esporsi sui loro programmi come avviene per i candidati alle elezioni ed è un peccato. Sarebbe il momento di farlo. Sullo sfondo però c'è una battaglia in atto. Sono circolati documenti.
«Vorrei che si evitassero eccessi di conflittualità, che si ritrovasse un equilibrio. E' circolato un documento anonimo, ho chiesto informazioni non ufficiali che hanno ridimensionato alcuni dati del suddetto documento basato sul bilancio 2011, oltretutto l'andamento borsistico migliore del 2012 ha fatto mutare in modo considerevole quei movimenti. Ho motivo di avere fiducia sul miglioramento dei conti. In quanto alla gestione del patrimonio è un tema non secondario come le erogazioni e può essere oggetto di un percorso che renda più partecipi i consiglieri della Fondazione stessa. Il Comune e la Provincia potrebbero avere un ruolo di maggiore attenzione sulle scelte gestionali e le elargizioni della Fondazione, senza voler condizionare l'istituto, ma con un lavoro di accompagnamento della vita della Fondazione stessa ed è importante che il presidente, chiunque sarà, scelga una squadra di estrema fiducia e aderenza a queste responsabilità».

Patrizia Soffientini patrizia.soffientini@liberta.it

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