Venerdì 7 Maggio 2004 - Libertà
Bianchi: "Il Cristianesimo è la pace"
Testimoni del tempo - Folto pubblico in Fondazione per il priore della comunità monastica di Bose. L'incontro col religioso considerato il leader intellettuale del cattolicesimo progressista in Italia. Molte le ipotesi sulla vita futura dei valori evangelici
Sedicesimo appuntamento ieri sera di "Testimoni del tempo", la serie di incontri promossa dall'Assessorato alla cultura del Comune in collaborazione con la Fondazione di Piacenza e Vigevano, con un altro protagonista del nostro tempo, padre Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di Bose e il più ascoltato leader intellettuale del cattolicesimo progressista in Italia. Un testimone anomalo, ha detto Eugenio Gazzola presentando l'ospite, perché testimone non di un percorso trascorso, ma di un tempo presente, o in qualche modo di là da venire. Tra i relatori era presente anche Enrico Garlaschelli de Il Nuovo Giornale.
La domanda alla base dell'incontro di ieri era questa: "C'è un futuro per il Cristianesimo?". "Un interrogativo che mai nel passato i i teologi e gli uomini ecclesiali si sono posti, se non in relazione alla fine del mondo - ha spiegato l'ospite - mentre oggi siamo preoccupati per il futuro del Cristianesimo, soprattutto in Europa, perché pare che la trasmissione della fede alle nuove generazioni sia difficile, faticosa, perché si assiste a una rottura della memoria, a una frattura culturale, per cui le nuove generazioni non sono più in grado di ricevere l'eredità cristiana e le generazioni adulte sono incapaci di insegnare il Cristianesimo".
Nessuno osa negare che il Cristianesimo sta attraversando un momento di grave difficoltà, ha detto padre Bianchi, tanto che si registra una regressione della partecipazione alla comunità eucaristica, una diminuzione delle ordinazioni presbiteriane e delle vocazioni alla vita religiosa. "Fino a ieri fede, pratica e partecipazione alla Chiesa erano elementi strettamente correlati in un credente, mentre oggi chi si professa credente ha un'altra relazione con la religione, dettata da una rivendicazione individuale di autonomia che porta a non praticare il culto in modo regolare. Oggi non si va più in parrocchia, non si partecipa con assiduità alla messa domenicale, si vive come se la Chiesa non ci fosse, senza più interrogarla e senza attendere delle risposte", si è lamentato il religioso. Un esempio di questa tendenza, ha spiegato l'ospite, è dato dal paradosso di questo Papa, il più applaudito e il più stimato, eppure il meno ascoltato e il meno ubbidito, ridotto dai cattolici a una mera immagine.
La causa di questa crisi, secondo padre Bianchi, risiede nell'incapacità delle Chiese di tradurre il Cristianesimo in sapienza pratica, di accompagnare la ricerca di senso che l'uomo fa oggi.
Quale futuro dunque attende il Cristianesimo? Le ipotesi sono varie: c'è la possibilità che questa crisi sia l'inizio della sua scomparsa, così com'è accaduto nel Medio Oriente a seguito dell'arrivo dell'Islam, con la differenza che nell'Occidente il Cristianesimo non scomparirebbe per l'imporsi di un'altra religione, ma per l'imporsi dell'indifferenza. C'è la possibilità che il Cristianesimo si dissolva, lasciando in vita solo i valori cristiani, senza la fede. C'è poi la possibilità di una continuità ottenuta attraverso messaggi di segno diverso e contrario, affinché tutto resti immutato, con una Chiesa che si sostiene con l'appoggio del potere politico. E c'è infine la possibilità che ci si stia avviando verso la fine di un sistema religioso che può essere l'inizio di una nuova forma di Cristianesimo vissuto nelle comunità.
E questo è quello che spera padre Enzo Bianchi: che il Cristianesimo sia nuovamente vissuto come Vangelo fatto carne nella vita degli uomini e delle donne. "Solo con dei cristiani autentici, che sapranno vivere con fedeltà al Vangelo, che incarneranno il sentimento di libertà, di giustizia e di pace, il Cristianesimo avrà un futuro - ha concluso padre Bianchi - altrimenti il Signore tornerà e non troverà più la fede sulla Terra".
CATERINA CARAVAGGI