Martedì 4 Dicembre 2012 - Libertà
Giglio-Scaravaggi, una poltrona per due
L'ex assessore: prima i deboli. L'imprenditore: opportunità per tutto il territorio
Una poltrona per due. I due sono Francesco Scaravaggi 70 anni e Sergio Giglio, classe ‘55. L'ingegnere e l'imprenditore. L'ex assessore della giunta Vaciago dal 1995 al 1999 e l'ex presidente di Confindustria dal 2004 al 2011. L'uno sostenuto dal mondo cattolico, l'altro dal mondo economico e non solo. Ma con una certa trasversalità di vedute. Vero è che in tempi di forte crisi sembra che la Fondazione post-Marazzi - al netto delle polemiche sugli investimenti e l'erosione del patrimonio dettati da una stagione fra le più difficili, al netto degli scopi statutari già ben definiti - debba scegliere dove far cadere l'accento: sulla natura solidaristica o sull'impulso a generare opportunità territoriali in senso più lato.
La competizione si è ristretta su queste due figure (una designata ieri, Scaravaggi invece verrebbe proposto come esterno a consiglio già formato) e conferma quanto da sempre si va dicendo sulla Fondazione, che viene scelto prima il presidente poi i consiglieri.
Scaravaggi è noto per essere stato irreprensibile assessore al traffico, ambiente e urbanistica della Giunta Vaciago. Sono gli anni in cui si costituisce l'ufficio di piano regolatore (con il coinvolgimento di Oliva e Campos Venuti), della Tav e delle tangenziali, si parla forse per la prima volta in Italia di perequazione, con criteri e norme che fanno scuola. La squadra è molto unita: un po' "scout", un po' anticipatori dei tecnici alla Monti.
Scaravaggi oggi è il portacolori voluto dal volontariato cattolico, dopo le sue esperienze - tra le altre - all'Ufficio Famiglia della Diocesi, nell'associazione "Dalla Parte dei Bambini" per genitori adottivi, fondata con il sindaco Paolo Dosi. Notoriamente schivo, alla richiesta di un commento si limita a dire: «Sto alla finestra, non ho detto di no, ho capito che è importante la missione e se la città ne ha bisogno farò la mia parte, siamo in crisi e a soffrirne di più sono i deboli. La situazione porta a sentire più forte il dolore di chi non è attrezzato. Come si dice quando c'è guerra: "prima le donne e i bambini"... ».
Più nota è la figura di Sergio Giglio, brillante presidente di Confindustria che ha operato soprattutto per rilanciare una forte coesione e unità fra le imprese. Già vicepresidente di Agesi, Associazione Imprese di Facility Management ed Energia, dal 2001 al maggio 2004, in Confindustria per tre mandati fino al 2011, Giglio ben rappresenta lo spirito di impresa anche nella sua vicenda di famiglia. Con il fratello Bruno ha dato vita alla trasformazione dell'azienda fondata dal padre nel 1952, fino a costituire un vero e proprio Gruppo di aziende operanti nell'ambito dei servizi integrati (Gruppo Giglio).
Ha presieduto Edil Servizi, è amministratore delegato di SI. GI. Servizi Ospedalieri dal 2002, dell'Ingegneria Biomedica Santa Lucia Spa dal 2003 e, da marzo 2004, di Csi, Consorzio Servizi Integrati. Conferma, a sua volta, la disponibilità alla presidenza in una istituzione che definisce una sorta di Provincia "laica", ora che la Provincia va a scomparire: «Mi preme la democrazia finanziaria, il coinvolgimento di tutti quanti hanno interessi sul territorio, dagli ultimi ai primi, come dimostra anche la mia storia. Per me la Fondazione è anche un moltiplicatore di opportunità per i piacentini. E prima che l'imprenditore vorrei che si considerasse l'uomo».
p. s.