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Giovedì 24 Gennaio 2013 - Libertà

Madonna Sistina, un Raffaello per Piacenza

Dal 16 marzo al 2 giugno una mostra per celebrare i 500 anni del dipinto che non c'è

piacenza - La Madonna Sistina resterà a Dresda, gioiello tra i gioielli della Gemäldegalerie Alte Master. Eppure anche Piacenza, nonostante la consapevolezza dell'assenza del capolavoro di Raffaello, ricorderà con una mostra documentaria i 500 anni dalla realizzazione di uno dei più celebri dipinti della storia dell'arte di tutti i tempi. Un Raffaello per Piacenza: origine e fortuna della Madonna Sistina sarà ospitata nello Spazio mostre dei Musei Civici di Palazzo Farnese dal 16 marzo al 2 giugno, a pochi passi dalla chiesa di San Sisto che fino al 1754 accoglieva il quadro e che verrà direttamente coinvolta in un'iniziativa diretta a valorizzare lo stesso contesto monumentale nel quale l'opera era collocata e l'importanza culturale che l'abbazia benedettina rivestì per secoli. Ieri, nella sala del Consiglio comunale, a illustrare l'evento promosso dall'assessorato alla cultura sono intervenuti: l'assessore Tiziana Albasi, il presidente dell'Ente per il restauro di Palazzo Farnese Alberto Spigaroli, la direttrice dei Musei Civici di Palazzo Farnese Antonella Gigli, il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Giacomo Marazzi, il presidente del Cineclub Piacenza Giuseppe Curallo, il consigliere dell'Ordine Costantiano Carlo Emanuele Manfredi, Danilo Pautasso in rappresentanza della Banca di Piacenza, Milena Tibaldi Montenz presidente del centro culturale italo-tedesco, Susanna Pighi per l'ufficio culturale della diocesi, e Massimo Baucia, conservatore del Fondo antico della Biblioteca Passerini-Landi. Perché varie sono le forze in campo per assicurare il respiro a un'esposizione per tanti versi atipica, in quanto celebra appunto un quadro che non c'è.
L'assessore Albasi ha sottolineato l'importanza di ricordare il legame tra la nostra città e la Madonna Sistina, portando anche all'attenzione l'intero complesso di San Sisto, del cui futuro si parla da tempo, in relazione alla dismissione delle aree militari: «Non deve accadere che tutto venga dimenticato e si reagisca con una forma di rassegnazione». Il senatore Spigaroli ha evidenziato che il quadro di Raffaello fu «la gemma più preziosa del patrimonio artistico piacentino. Un'espressione non retorica, ma che rispecchia la realtà». Per i piacentini visitare la mostra potrà quindi costituire sia «un'occasione di arricchimento culturale», sia un motivo di riflessione. La perdita causata dalla vendita del quadro da parte dei benedettini ad Augusto III, principe di Sassonia e re di Polonia, è stata definita da Spigaroli «un grave fatto di autolesionismo», purtroppo «non l'unico commesso lungo la storia di Piacenza», a partire da «quello più grave di tutti dell'assassinio di Pierluigi Farnese», che provocò lo spostamento della capitale del ducato a Parma, con negative conseguenze su sviluppo economico, valore del patrimonio artistico e crescita della popolazione.
Articolato in cinque sezioni, il percorso espositivo, in collaborazione con Marcello Spigaroli ed Eugenio Gazzola, racconterà le vicende del monastero, la committenza, l'iconografia del dipinto, la complicata trattativa della vendita (attraverso materiale originale proveniente dalla Passerini Landi e, grazie alla disponibilità di Francesco Gulieri, dall'Archivio Gulieri), la fortuna critica del quadro, la copia settecentesca in San Sisto, le sue attribuzioni alla luce di recenti studi e il suo restauro offerto dall'Ordine Costantiniano ed eseguito da Davide Parazzi.
Previsto anche un ciclo di conferenze a Palazzo Galli, mentre la Madonna Sistina potrà essere ammirata nella sua attuale sistemazione in Germania nel filmato girato l'estate scorsa dal Cineclub, ora al lavoro per un documentario su San Sisto e i suoi tesori. Francesca Fabbri e Daniela Tagliaferri stanno predisponendo progetti destinati alle scuole.

Anna Anselmi

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