Venerdì 25 Gennaio 2013 - Libertà
Bisotti: concorso di idee su come utilizzarlo
Il federalismo demaniale consentirebbe al Comune più possibilità di manovra
(ma. mol.) A proposito di Bastione. Fine anni Novanta. Fu allora che il professor Marco Dezzi Bardeschi, con il restauro "conservativo" (virgolette obbligatorie) tra il 1999 e il 2001 realizzò nel bastione uno dei progetti più osteggiati dell'allora Giunta Guidotti. Fu una realizzazione "difficile" e il progettista toscano ebbe non pochi problemi quando dovette confrontarsi, presente l'allora sovrintendente Elio Garzillo e il sottosegretario Vittorio Sgarbi, con una platea imbufalita per il modo in cui era stato risistemato il torrione. A Piacenza - in un'area urbana abbandonata, ma con una forte connotazione architettonica e un'altrettanto importante "presenza visiva" nello skyline della città - la Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici dell'Emilia decise di promuovere un intervento di conservazione e di "recupero" del Bastione e di alcuni fabbricati, costruiti in epoche più recenti. Il risultato è quel che oggi vediamo. Uno spazio vuoto, di difficile utilizzo. La Festa del Partito Democratico. E' questo l'evento clou all'interno del Bastione di Porta Borghetto. Rivivono quindici giorni all'anno, i riti delle Feste dell'Unità ed emerge uno spaccato di quell'opera, che in sé racchiude il difficile rapporto tra la città e la sua cinta muraria, perché tra la città e i suoi fortilizi il rapporto non è mai stato semplice, anzi, spesso contrastato.
A proposito del bastione, da anni si parla di riuso, di dar vita a uno spazio per associazioni culturali e ricreative; nel maggio del 2011 all'Auditorium della Fondazione il tam tam sul bastione risuonò grazie a un convegno cui parteciparono esponenti di enti e di associazioni ambientaliste, culturali e a difesa del territorio, con l'obiettivo di discutere del Bastione di Porta Borghetto, dei problemi mai risolti e di quelli più recenti nonché della necessità garantirne la fruizione da parte dei piacentini. Ma i nodi sono tanti e il vero tema è l'utilizzo, di cui si sta discutendo da molti anni: "Abbiamo riavviato il percorso con il Demanio e la Soprintendenza - spiega l'assessore all'Urbanistica e al Demanio Silvio Bisotti - sarebbe anche opportuno dare il via a un concorso di idee aperto a tutte le associazioni piacentine per progetti da realizzare al Bastione. Facendo riferimento soprattutto all'aspetto polifunzionale: dall'artigianato all'enogastronomia, alla cultura giovanile". Un solo soggetto non basta stando all'assessore all'Urbanistica, meglio una sorta di condominio dove ognuno possa esercitare le proprie peculiarità. Dunque il Comune sta lavorando con il Demanio e Soprintendenza, per la presa in carico di questo bene demaniale. Il vicesindaco Francesco Cacciatore che per anni ha retto l'assessorato al Demanio, conferma che anche in passato è stato più volte evidenziato come il federalismo demaniale consentirebbe al Comune una maggiore possibilità di manovra.
Tornando al restauro effettuato più di dieci anni fa, se l'obiettivo era quello di garantire una maggiore valorizzazione e il recupero degli spazi, per offrire un nuovo luogo d'incontro, hanno subito preso il sopravvento le "bizzarrie" progettuali rispetto alla loro funzionalità. Ed è anche attorno a un nuovo progetto di "rifunzionalizzazione" che ruota la possibilità di utilizzo del Bastione, uno spazio che potrebbe essere molto utile alla collettività, anche se in tempi di restrizione economica tutto diventa più complicato e difficile da realizzare e da portare a termine.