Lunedì 28 Gennaio 2013 - Libertà
Oggi combattiamo l'indifferenza usando l'arma della curiosità
IL GIORNO DELLA MEMORIA
di MASSIMO TRESPIDI*
il compito che ogni anno spetta in questo Giorno della Memoria ai rappresentanti delle istituzioni è un impegno importante, doveroso oltre che estremamente doloroso. Di fronte a voi e con l'animo unito a quanti in queste stesse ore stanno celebrando nel mondo il ricordo della distruzione operata dalla Shoah, ricordiamo oggi quello che è stato. Il nostro compito non si esaurisce nella preghiera, nel silenzio e nel raccoglimento: quello che ci è intimamente chiesto è di diventare noi stessi testimoni di quello a cui la storia ha assistito negli ultimi 80 anni. Il nostro dovere - e quello delle giovani generazioni - è non solo di non dimenticare, ma anche - e soprattutto - di costruire noi stessi memoria. Sto parlando di un ruolo attivo e mai passivo che possa contribuire a tramandare una delle più incommensurabili ferite della nostra storia.
"Quelli che sopravvivono nelle situazioni difficili spesso sono persone che hanno una curiosità maggiore della paura". Questa frase ricorre spesso nella letteratura mondiale: l'ha scritta Al Siebert, uno psicologo americano, e l'hanno riportata anche diversi scienziati. Chi l'ha fatta propria per sopravvivere nel Ghetto di Varsavia e poi nel campo di concentramento è stato Uri Orlev, ospite a Piacenza e protagonista del convegno nell'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Orlev, oggi scrittore di fama internazionale e con alle spalle una profonda passione per i libri e la lettura, ha vissuto la prigionia nel campo di Bergen-Belsen e oggi è pronto a raccontare a noi quello che lui ha vissuto.
Lo stesso Orlev che avrebbe preferito arrampicarsi durante la sua infanzia sugli scaffali di una biblioteca per scoprire con sorpresa cosa avevano da comunicargli scrittori e poeti. La sua forza, il suo coraggio, simile e per questo unico, a quello di quanti ancora oggi non smettono di testimoniare la Shoah, sono il simbolo estremo della capacità umana di sopravvivere. La curiosità verso il futuro, verso le sfide, verso quello che la vita può offrire a un bambino, come nel caso di Orlev, o a un giovane o un adulto, come ai giorni nostri, è la chiave per costruire memoria. Ricercare, leggere, studiare, visitare, osservare, digitare, viaggiare: così - con la curiosità che sempre stimola la tensione verso qualcosa - potremmo assolvere a pieno al nostro impegno: quello della memoria.
Ciò che conta è dunque rimanere attivi nella Memoria. Così come gli stessi sopravvissuti all'Olocausto oggi chiedono anche solo con la loro stessa presenza. "Il mondo - racconta Elie Wiesel, scrittore rumeno sopravvissuto all'Olocausto - si era rifiutato di sentire, di ascoltare e i testimoni, allora, non parlarono, lasciando che per anni si consumasse l'orrore". "L'opposto di amore - disse Wiesel - non è odio, ma indifferenza, l'opposto di morte non è vita è indifferenza". Quello che noi oggi dobbiamo combattere è dunque l'indifferenza. A disposizione abbiamo un'arma: la nostra curiosità.
*Presidente della Provincia