Martedì 29 Gennaio 2013 - Libertà
Conoscere se stessi attraverso gli altri nel corso di autostima de "La Ricerca"
«Inizialmente non consideravo fondamentale partecipare ad un percorso sull'autostima, invece questa esperienza si è rivelata utilissima: ho imparato a considerarmi maggiormente, anche attraverso la conoscenza degli altri ragazzi del gruppo, ma specialmente di me stesso».
Chi scrive è un ragazzo di 17 anni, uno dei partecipanti ai gruppi di formazione sull'autostima che i Servizi Educativi dell'associazione stanno proponendo a giovani (dai 14 ai 18 anni) e adulti del territorio. Il secondo ciclo di incontri partirà l'11 febbraio con i giovani (sette incontri di circa tre ore ciascuno) e il 19 febbraio con gli adulti (cinque incontri) che ne faranno richiesta. Aperto a tutti (e interamente gratuito grazie al sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano) questo nuovo servizio educativo - intitolato "Non ti scordar di te" - è nato per rispondere ad un'emergenza che "La Ricerca" sta rilevando attraverso i vari punti di ascolto e di osservazione che gestisce sul territorio: la carenza di autostima in un sempre maggior numero di giovani, soprattutto per quanto riguarda la sfera emozionale (in prevalenza i maschi) e l'aspetto fisico (specie le femmine). Un dato, questo, che è stato confermato anche nel percorso che si è concluso recentemente, e che ha visto una buona partecipazione ed un alto livello di coinvolgimento anche da parte degli adulti che in parallelo frequentano momenti di confronto di gruppo specifici. Nei ragazzi è emerso come l'amicizia sia "fonte di nutrimento" dell'autostima: «I ragazzi di quest'età - spiega la psicologa Chiara Remondini, che gestisce gli incontri con l'educatrice Elisabetta Balordi - sono affamati di relazioni con i loro pari, cercano in tutti i modi l'approvazione e l'accettazione del gruppo, ricercano, e allo stesso tempo temono, il giudizio altrui, considerato indice del proprio valore; una delusione, un tradimento, la propria fiducia mal riposta feriscono e minano l'autostima in maniera quasi irrimediabile. Anche la famiglia è chiamata in causa: i giovani chiedono ai genitori (e ai loro adulti di riferimento educativo in genere), messaggi di fiducia (e non sempre rimproveri o svalutazioni) ».
Le adesioni per partecipare ai percorsi di febbraio, attese da scuole, parrocchie, centri educativi, centri di aggregazione, associazioni sportive o di volontariato, singole famiglie, docenti, allenatori sportivi, possono essere presentate sin da ora rivolgendosi alla sede della Onlus piacentina, in Stradone Farnese 96 (iscrizione per gli adulti: Anna Papagni 348 8557985. Iscrizione per i giovani: Chiara Remondini 345 4750127 - email: prevenzione@laricerca). Per iscriversi c'è tempo sino alla fine di gennaio.
L'acquisizione di una maggior consapevolezza delle proprie risorse, compresa anche l'accettazione dei limiti (fino a capire l'importanza e ad amare l'imperfezione in se stessi e negli altri), è considerata dagli esperti di questa associazione da trent'anni impegnata sul fronte del disagio giovanile, «un importante fattore protettivo rispetto all'insorgenza di problematiche anche gravi dell'età adolescenziale: insuccesso e drop-out scolastico, devianza, uso-abuso di sostanze, disturbi alimentari, ansia, depressione».
Questa formula dei gruppi psicoeducativi, la cui modalità di gestione risente dell'esperienza dell'auto-mutuo-aiuto (di comprovata efficacia), viene proposta anche agli adulti centrando l'attenzione sulle responsabilità educative, sulle problematiche relazionali con i giovani (fra le tematiche affrontate, ad esempio, la fiducia reciproca, le aspettative dei genitori, la fatica quotidiana del ruolo educativo, l'aiuto che possono dare, i rinforzi, le punizioni, la comunicazione, /il dialogo, il calore della famiglia, le difficoltà e l'autorevolezza).