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Domenica 13 Gennaio 2013 - Libertà

Pellai: «La sfida educativa parte a tavola»

La Scuola Genitori del Centro psicopedagogico aprirà i battenti anche a Milano, poi a Cadeo e Fiorenzuola. In tanti alla lezione del noto psicoterapeuta dell'età evolutiva con Novara e Mendola

"A tavola non si invecchia" insegna un vecchio adagio. Ma sicuramente si litiga. O quanto meno si discute. Ne è convinto Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell'età evolutiva che l'altra sera è intervenuto all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano nell'ambito delle lezioni della "Scuola Genitori": l'iniziativa, realizzata e promossa dal pedagogista Daniele Novara e dalla studiosa Elisa Mendola del Centro psicopedagogico per la pace e la gestione dei conflitti, è nata a Piacenza con l'obiettivo di sostenere e aiutare la genitorialità attraverso la disamina dei problemi e delle situazioni che l'essere genitori comporta oggi, ma man mano sta suscitando interessi anche in altre province. Proprio nelle prossime settimane infatti gli incontri della "Scuola Genitori" partiranno anche a Milano e poi via via saranno avviati anche a Cadeo e Fiorenzuola: ad annunciarlo è stato proprio lo stesso Novara, che ha evidenziato come l'obiettivo della "Scuola Genitori" sia essenzialmente quello «di ridare ai genitori la loro forza educativa».
Per farlo, sotto i riflettori finisce una pletora di temi e discussioni: quello sull'educazione alimentare è uno dei primi e fondamentali che meritano di essere trattati e così il Centro Psicopedagogico di Piacenza non se l'è fatto ripetere due volte. L'altra sera all'Auditorium Santa Margherita ha fatto approdare Pellai, noto specialista dell'età evolutiva già particolarmente apprezzato dalle famiglie piacentine anche lo scorso anno per un intervento fatto sempre nell'ambito della "Scuola Genitori": anche stavolta il successo è stato grande e tanti sono stati i piacentini che hanno affollato la platea della Fondazione per ascoltare lo psicoterapeuta.
«Il fatto è che un'azione semplice, quasi naturale, come quella del mangiare e dello stare a tavola si trasforma oggi in una sfida educativa"» ha spiegato Pellai, «intorno al tavolo ognuno costruisce infatti lo stile relazione della sua famiglia». A dimostrarlo è proprio una delle tecniche che il medico maggiormente utilizza durante i colloqui con i suoi pazienti: «Spesso chiedo loro di ricordarsi come fossero i pasti con i genitori, quali fossero i loro volti» ha continuato lo psicoterapeuta, «ed è evidente che quello che mi viene raccontato non è certo il menu di una cena».
In una famiglia composta da genitori e figli però la tavola non è solo il luogo in cui si costruiscono quotidianamente le relazioni familiari: «Il piatto diventa lo spazio in cui si gioca un vero e proprio scontro di potere» ha continuato Pellai, «e in quest'ottica occorre considerare l'alto livello di gratificazione che certi cibi, quelli caratterizzati da un alto grado di sapidità in particolare, possono garantire. La domanda da porsi però è se effettivamente i bambini abbiano bisogno di mangiare dei cibi gratificanti: è proprio necessario che un bambino finisca tutto subito quello che ha nel piatto o semmai siamo noi genitori che non possiamo permetterci dei tempi e dei convivi adeguati e dunque privilegiamo dei concetti di gratificazione immediata che permettono di limitare drasticamente i tempi dei pasti? ».
Ecco allora che il tema dell'alimentazione finisce per interfacciarsi con la "guerra del tempo": «Siamo passati da una relazione che alimenta e nutre a una che invece alimenta e disperde» ha concluso Pellai, «occorre invertire la rotta».

Betty Paraboschi

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