Giovedì 15 Novembre 2012 - Libertà
Bertozzi, inattesi "colloqui" con personaggi del passato
Lo scrittore piacentino torna con un nuovo libro che presenta domani in Fondazione
piacenza - Aldo Bertozzi ritorna. E' ormai uno dei nostri scrittori, ha dedicato molte pagine dei suoi volumi alla città di Piacenza.
Ci sa fare con la narrazione. Ma sa anche stupire nel trovare nuovi argomenti da raccontare. Un po' come il musicista Paganini, che non ripete.
In un nuovo volume, dal bel titolo, Colloqui tra le nuvole, Bastogi editrice italiana (che presenterà domani pomeriggio alle 17 all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano), egli ha intrapreso una serie di dialoghi, addirittura ben sessanta, con una lunga schiera di personaggi che ormai si trovano… nel Regno dei Cieli. Li ha resuscitati per un breve colloquio e quindi li ha lasciati, rispettosamente, al loro premio eterno nei regni dell'immortalità ed alla fama della storia.
Interviste, dunque, ben condotte, con domande opportune sempre sul filo logico delle questioni che hanno tessuto la vita di questi personaggi, alcuni dei quali grandi protagonisti della storia (Annibale, Marco Polo, Nerone…), altri della cultura (Pitagora, Rembrandt, Antonio Meucci…) altri ancora miti dello sport (Dorando Pietri, Alberto Ascari, Gino Bartali…), oppure protagonisti della cronaca (Elvis Presley, padre Pio da Pietralcina, Christian Barnard…).
In definitiva, una galleria di persone che si riaffacciano al nostro mondo per narrare, in una voluta tutta sincerità, le vicende che hanno vissuto, rivelando spesso lati rimasti misteriosi alle ricerche storiche. Chiaro, verità proposte da Aldo Bertozzi che, in quarto di copertina, accompagna in foto il lettore con un sorriso, come a suggerire: "Perdonatemi, ma io la vedo così. Dò ascolto ai suggerimenti della fantasia…". Verità certo non suffragate da indagini storiche, ma rette da una logica consequenziaria, come verosimili, quindi. Anche se sorprendenti.
Si apre innanzi al lettore un mondo d'intensa umanità, in cui le corde del narrare sono tutte toccate e vibrano diffondendo un leggero suono di partecipazione corale che fa del libro un piacevole romanzo, ricco di tante brevi, curiose, toccanti, suggestive trame. E' come se tutti fossero diventati personaggi di una fantasiosa e vivace commedia, narrata con lieve mano sempre intrisa di sorriso comprensivo, anche innanzi a situazioni drammatiche che, nell'economia narrativa del libro, non mancano.
E ad Aldo Bertozzi s'allegerisce il cuore narrando, con il suo stile lieve che tocca, incide e subito scappa via. Uomo pensoso, ragazzo che è stato, pure, riflessivo, ha incontrato nelle cronache, nei testi scolastici, nelle letture varie questi personaggi e non li lasciati andare, li ha tenuti ancora un po' sulla Terra offrendo loro alcune eleganti pagine dove rivivono per lui. E, nelle sue mani di buon artista, anche per noi.
Non c'è trama, ogni personaggi fa capitolo a sé. Si può leggere quando si dispone di tempo e quando se ne ha poco. Tre paginette, un solo colloquio, corrono via. Rapide e soddisfacenti.
Il rischio sotteso a tante interviste è sempre la monotonia, il polpettone. Qui no, ogni pagina che segue si vorrebbe leggerla subito, per conoscere sempre meglio quanto s'aveva a mente del personaggio. E, sorpresi, s'esclama spesso, guardando la foto nel quarto di copertina: "Ma benedetto Aldo..! "
Nella miscela che attrae alla lettura c'è anche una componente sapida: l'eco toscaneggiante di una discendenza paterna che, appunto, dà di gusto al fraseggio e sostiene il narrare.
Ho sentito dire, di recente, che la decadenza di un popolo comincia dalla corruzione della sua grammatica linguistica. Col libro di Bertozzi si va sul sicuro.
Luigi Galli