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Domenica 11 Novembre 2012 - Libertà

Il Werther "ringiovanito" di Massenet

Conferenza-concerto sul compositore con Alejandro Escobar e Taisiya Ermolaeva

piacenza - Il sodalizio "Amici della lirica" è sempre stato attivissimo su vari fronti, dai concerti in sede alle rappresentazioni di opere a teatro a impegnative iniziative culturali. Come "Omaggio a Jules Massenet. Pourquoi me reveiller... ", conferenze-concerto tenute all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano dal critico e musicologo Giancarlo Landini.
«Sono molto contento di aver organizzato questa rassegna - ci ha detto Alessandro Bertolotti, ideatore e curatore artistico - nel centenario della morte di Massenet (1842-1912) anche perché nessuno ci aveva pensato. A Piacenza abbiamo dato un esempio sempre abbinando eventi di un certo spessore di cui vado molto fiero. La collaborazione con Landini poi è annosa e perfetta».
Nell'ultimo appuntamento della seguitissima trilogia, dopo la presentazione del presidente degli "Amici della lirica" Sergio Buonocore, il tenore Alejandro Escobar e il mezzosoprano Taisiya Ermolaeva hanno ripreso celeberrimi brani dall'opera Werther - testo di Goethe, prima a Vienna nel 1892, in preparazione dal 1886 - accompagnati al pianoforte da Elio Scaravella. Entrambi i cantanti hanno vinto competizioni internazionali, sono risultati finalisti in importanti concorsi, hanno partecipato a diverse master class sempre con un repertorio incentrato sull'800 italiano.
Secondo Landini «Werther è una suggestione, un pre-romanzo quando il Romanticismo era finito e Massenet fa ringiovanire Werther. L'opera inizia genericamente nel 17...... perché a Massenet non interessava il colore del tempo. Werther è un sognatore, un uomo senza età». E proseguendo: «Dalla vocalità intensa ma non eroica, Werther è solo, gli altri personaggi sono comparse, non c'è coro. L'autore crea un senso di sospesa intimità, un lungo duetto. Charlotte incontra un giovane strano, un poeta, rispettando un ideale di amore e di innocenza. Qui entriamo nel vivo della tematica francese che sarà tipica del primo ‘900».
Lo studioso ha poi sottolineato il carattere rivoluzionario dell'opera: «Questa musica vive in un linguaggio che diventa paesaggio sonoro». Massenet infatti ha immerso la vicenda in un'atmosfera dolce e suadente, circondato i personaggi di un delicato e voluttuoso lirismo. Fra le tante notazioni erudite fornite da Landini ricordiamo poi che nella Scena delle lettere scritte da Werther «la pagina è concepita come un grande arioso, ha fortissima concentrazione. Anche la scrittura per Charlotte è corposa e intensa, una delle più famose del repertorio ‘800esco. Massenet chiede alla voce di modellarsi, di passare dal parlato al cantabile, guarda al ‘900, lascia da parte l'800».
Ottimi gli interpreti, bravo il pianista, acutissimo Landini a suggellare la riuscita trilogia su Massenet.

Fabio Bianchi

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