Mercoledì 21 Novembre 2012 - Libertà
Epistolario foscoliano, esercizio di scrittura
In Fondazione conferenza del docente Enrico Elli e letture di Gerardo Placido
piacenza - Apprendistato compositivo o opera vera e propria. Presenta un duplice volto l'Epistolario di Ugo Foscolo, oggetto di un intervento del docente Enrico Elli alternato alle letture fatte da Gerardo Placido all'auditorium Santa Margherita: l'occasione di scoprirlo è stata offerta dal ciclo di appuntamenti dedicati a "La vita e l'arte. Ugo Foscolo" organizzato dalla facoltà di Scienze della Formazione dell'Università Cattolica di Piacenza in collaborazione con la Fondazione di Piacenza e Vigevano e sotto la direzione scientifica del professor Pierantonio Frare dell'Istituto di Italianistica della Cattolica.
«L'Epistolario foscoliano nasce come una raccolta di lettere che si presenta quale esercizio di scrittura e fonte di pensieri e di immagini che vengono elaborati via via nei testi più conosciuti» ha iniziato a spiegare Elli: basti pensare alle lettere indirizzate ad Antonia Fagnani Arese, la cui prosa si configura come una sorta di apprendistato letterario e ha indubbi legami con quella contemporanea delle Ultime lettere di Jacopo Ortis. Ma non sono le uniche: alcuni gruppi di epistole, rivolte a un singolo destinatario, costituiscono infatti dei blocchi a sé stanti come quelle ad esempio indirizzate al gruppo degli amici fiorentini dell'Antologia o al critico Vincenzo Monti, nelle quali sono presenti delle riflessioni e delle notizie importanti per ricostruire la poetica dello scrittore e inquadrare meglio lo sviluppo del suo pensiero critico.
«Il fatto è che l'Epistolario può e deve essere considerato sia come un'opera preparatoria alle fatiche letterarie che Foscolo compone successivamente, sia come una composizione a sé stante» ha confermato il docente della Cattolica, che nel corso dell'intervento ha evidenziato l'importanza della raccolta per ricostruire la travagliata vicenda biografica dell'autore e l'iter compositivo spesso tormentato di certi lavori come il poema tripartito Le Grazie che Foscolo dedicò all'opera di Canova.
Ma tormentata in effetti è stata anche la ricerca delle epistole, iniziata subito dopo la morte del poeta: le maggiori raccolte epistolari sono conservate presso la Biblioteca Nazionale di Firenze e quella Labronica di Livorno, ma moltissime lettere risultano disperse tra archivi e biblioteche. Ancora più difficile si presenta l'impresa di raccogliere le lettere inviate a Foscolo che andarono in parte disperse quando lo scrittore era ancora in vita: basti pensare alla raccolta di documenti conservata in un baule affidato a Silvio Pellico al momento della partenza di Foscolo da Milano per l'esilio nel 1815 e dispersa. Analizzare quelle giunte fino a noi risulta dunque ancora più prezioso per capire meglio questo "libero scrittore" fedele alla sua libertà di giudizio.
Betty Paraboschi