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Mercoledì 14 Novembre 2012 - Libertà

"Ortis", la vicenda editoriale

Conferenza di Pierantonio Frare sull'opera di Foscolo

piacenza - All'inizio avrebbe dovuto chiamarsi Laura, lettere: ne aveva dato notizia Foscolo nel suo Piano di studi del 1796, in cui l'autore faceva cenno a un romanzo epistolare ancora incompiuto. Sarebbero dovuti passare almeno due anni prima che le Ultime lettere di Jacopo Ortis vedessero la luce a Bologna, dove Foscolo iniziò a curarne la stampa presso l'editore Marsigli salvo lasciare in sospeso il testo nella primavera del 1799 per una brusca partenza dalla "Dotta" causata dall'arrivo degli austro-russi.
E' una vicenda editoriale difficile e ricca di fascino quella che Pierantonio Frare, docente dell'Istituto di Italianistica dell'Università Cattolica, ha raccontato nel corso del primo appuntamento del ciclo di incontri su "La vita e l'arte. Ugo Foscolo" che fino al 6 dicembre vedrà intervenire docenti universitari e attori (del calibro di Gerardo Placido, Domenico Sannino, Antonio Zanoletti e Salvino Dattilo) con l'obiettivo di presentare la produzione foscoliana: l'iniziativa, organizzata dalla facoltà di Scienze della Formazione dell'Università Cattolica di Piacenza in collaborazione con la Fondazione di Piacenza e Vigevano, è partita all'auditorium Santa Margherita con un focus sulle Ultime lettere di Jacopo Ortis, opera più conosciuta di Foscolo (che fra l'altro vi dedicò gran parte della vita, preso come fu in un continuo lavoro di revisione) e ripresa attraverso l'analisi puntuale di Frare e le letture eseguite da Sannino.
Si diceva della vicenda editoriale dell'Ortis: in effetti l'opera, incompiuta nel 1799, venne "presa sotto tutela" del Marsigli che incaricò un certo Angelo Sassoli di concludere il romanzo per diffonderlo, nonostante i problemi posti dalla censura austriaca, con il titolo Vera storia di due amanti infelici o sia Ultime lettere di Jacopo Ortis.
«Venuto a conoscenza della pubblicazione però Foscolo protestò vivacemente - ha spiegato Frare - e nel 1801 mise mano a una revisione integrale dell'opera a cui seguì, nel settembre dello stesso anno, un'edizione in pochi esemplari. A Milano nell'ottobre del 1802 per i tipi del Genio Tipografico apparve un'edizione più consistente che ebbe diverse ristampe».
Solo nel 1817 uscì a Londra la redazione definitiva, frutto di una revisione linguistico-stilistica accurata e soprattutto successiva a quella apparsa a Zurigo nel 1816 con le false indicazioni editoriali che la datavano al 1814 a Londra.
Ecco allora la storia avvincente che Frare ha ripercorso in questo primo incontro: il prossimo è in programma domani alle 18 all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano e vedrà protagonisti il docente della Cattolica Enrico Elli e l'attore Gerardo Placido che si confronteranno sull'Epistolario di Foscolo.

Betty Paraboschi

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