Mercoledì 7 Novembre 2012 - Libertà
Con la "Cherubini" a Ravenna in scena la "trilogia" di Verdi
Da venerdì Rigoletto, Trovatore e Traviata. In aprile a Piacenza
ravenna - «Un fascinoso labirinto verdiano in cui lasciarsi guidare dai simboli e dai segnali che tornano, a comporre un disegno unitario». È questo ciò che attende gli spettatori della cosiddetta trilogia popolare verdiana firmata da Cristina Mazzavillani Muti per Ravenna Festival (in coproduzione con la Fondazione Teatri di Piacenza) che in aprile approderà anche al Teatro Municipale nell'ambito della stagione lirica: nel frattempo però in questi giorni a Ravenna sono previste le prove generali in vista della "prima" di Rigoletto, Trovatore e Traviata in programma rispettivamente venerdì, sabato e domenica al Teatro "Alighieri" di Ravenna.
A Piacenza comunque la trilogia popolare è già "parzialmente approdata" la scorsa settimana con le letture che si sono svolte nella Sala dei Teatini: ma per lasciarsi ammaliare completamente dall'incanto verdiano i piacentini dovranno attendere dal 6 all'11 aprile, date in cui sono previste le sei recite delle opere al Municipale.
Tornando al progetto, è una sorta di straordinaria e irripetibile "maratona lirica" quella che la regista Mazzavillani Muti ha pensato di allestire celebrando così con qualche mese di anticipo il bicentenario della nascita del "Cigno di Busseto" che ricorre nel 2013: una "trilogia d'autunno" che, se da una parte offre l'occasione di riapprezzare tre fra i titoli verdiani più amati di tutti i tempi (e composti fra l'altro in quella manciata di anni che vanno dal 1851 al 1853), dall'altra viene a segnare l'approdo di molti anni di sperimentazioni e di produzioni realizzate secondo dinamiche laboratoriali e affidate alla più innovativa e vitale delle risorse, ossia i giovani.
Saranno loro infatti gli autentici protagonisti di questa nuova sfida che, oltre ad avvalersi dell'ardita e sensibile regia di Mazzavillani Muti, vedrà salire sul palco anche i giovani talenti dell'orchestra "Luigi Cherubini" diretta da Nicola Paszkowski: al nuovo allestimento di Rigoletto saranno affiancate le riprese delle produzioni di Trovatore (Ravenna Festival 2003) e Traviata (Ravenna Festival 2008) accomunate da una visione che esalta l'inconfondibile unicità di ogni singola opera giocando sul filo dell'invenzione e della creatività. Per farlo la regista è ricorsa a un utilizzo ardito e strutturale delle nuove tecnologie applicate alla visione e all'ascolto, volte a creare, volta per volta, nuovi spazi disegnati e rimodulati dalla luce e dal suono, modellato spazialmente: ad "aiutarla" sono stati anche un vero poeta dell'illuminotecnica come Vincent Longuemare, un pioniere in Italia della computer music come Alvise Vidolin, un esperto scenografo come Italo Grassi e un abilissimo creatore di costumi come Alessandro Lai, senza dimenticare ovviamente il contributo del Coro Lirico Terre Verdiane di Piacenza diretto da Corrado Casati.
«Sono convinta che proprio attraverso l'innovazione tecnologica passi il futuro dell'opera lirica» ha spiegato al proposito la regista, «una cosa è certa: se Verdi avesse potuto disporre dei nostri mezzi tecnologici, li avrebbe utilizzati a piene mani».
Betty Paraboschi