Lunedì 5 Novembre 2012 - Libertà
Quegli antichi fortilizi da scoprire
Nel nuovo libro di Giorgio Eremo "Dalla casatorre al castello". Domani la presentazione in Fondazione con l'autore, Rizzuto, Manfredi, Horak e Zanardi Landi
piacenza - Si intitola Dalla casatorre al castello. Le fortificazioni medievali nel contesto storico, giuridico ed economico piacentino il nuovo libro di Giorgio Eremo pubblicato dalla casa editrice Tipleco, ma in realtà l'arco cronologico preso in esame non si limita all'età di mezzo. I capitoli introduttivi partono infatti dai ritrovamenti etruschi nel territorio piacentino, raccontano della scoperta di Veleia Romana attraverso quanto testimoniato nel resoconto del viaggio compiuto dal capitano Antonio Boccia sull'Appennino nel 1805, tratteggiano le frequentazioni bizantina e longobarda con riferimento soprattutto a San Giorgio Piacentino e a Paderna di Pontenure, delineando un'ipotetica mappa contrassegnata dalle dedicazioni delle località ai santi il cui culto era sentito in modo speciale presso l'una o l'altra popolazione. Per esempio, i bizantini erano devoti a San Giorgio, i longobardi a San Michele. Il volume - che verrà presentato martedì 6 novembre, ore 17.30, all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, in via Sant'Eufemia, 12, in un incontro al quale, oltre all'autore, interverranno: Gaetano Rizzuto, direttore di Libertà; Carlo Emanuele Manfredi, dell'Associazione Dimore Storiche Italiane; Marco Horak, dell'Associazione Palazzi Storici di Piacenza, e Orazio Zanardi Landi, dell'Associazione Castelli del Ducato di Parma e Piacenza - si sofferma poi sul caso emblematico del complesso di Paderna, addentrandosi anche nelle vicende costruttive dell'oratorio di Santa Maria, con raffronti tra chiese bizantine calabresi e considerazioni sull'episcopato di Giovanni Filagato, originario di Rossano, e allargando lo sguardo al contesto naturalistico che circonda il fortilizio, attraverso un testo di Sergio Mezzadri, con fotografie di Luigi Ziotti. Al rigoglio della flora e alla ricchezza della fauna contribuisce l'abbondanza d'acqua che, tramite la cosiddetta "Fontana di Giudeo", spiega Eremo, alimenta il fossato che circonda il castello. Una fonte generosa, citata pure in documenti del XII secolo in contratti redatti con le monache benedettine del monastero di San Siro a Piacenza, i cui possedimenti si estendevano dunque anche in questa zona della provincia. Un altro saggio è firmato da Marco Horak. In appendice, un confronto tra lo stemma dei Pallavicino, signori di Cortemaggiore, e l'impianto a scacchiera della città da loro fondata, e una strana scultura in arenaria, dall'aspetto piuttosto tozzo, murata sulla facciata di un edificio di San Giorgio Piacentino. Nella prefazione, Ferdinando Arisi evidenzia come l'attenzione di Eremo non trascuri "il luogo e la sua "storia", tenendo conto della "forma", delle vie di comunicazione, dei percorsi delle acque e dei reperti archeologici, collegandoli per rilevarne le costanti e controllare, con i luoghi, i tempi". Nel libro trovano spazio "anche i fatti in apparenza meno vistosi, la toponomastica e la dedica delle chiese, che possono accertare la presenza di gente in seguito finita altrove". C'è inoltre l'interesse per "le tradizioni e i racconti dei vecchi", come a Paderna, quando "ricordano, dopo la semina, d'aver rullato il campo con un rocco di colonna antica, non lontano dal castello, dove c'è un oratorio antichissimo nel quale si trovano frammenti del mondo classico".
Anna Anselmi