Lunedì 28 Giugno 2004 - Libertà
Duetti e Fantasie "da sogno"
Valtidone festival - Applausi al concerto nella suggestiva piazza di Nibbiano. La Variazione: tra virtuosismi e vocalità
La storica piazzetta della Chiesa di Nibbiano è uno di quei luoghi in cui si perde la nozione del tempo, capace di avvolgere il turista che si inerpica sin quassù, in uno degli angoli più pittoreschi dell'Alta Valtidone, e di proiettarlo in una realtà da fiaba: fra le case in pietra e gli storici palazzi che delimitano le viuzze di questo antico borgo, fondato prima dell'anno Mille, si è tenuto l'altra sera un suggestivo spettacolo, rientrante nel filone classico del Valtidone Festival, la kermesse promossa dai Comuni di Nibbiano, Pianello Valtidone, Agazzano, Borgonovo Valtidone, Calendasco, Castel San Giovanni, Gragnano Trebbiense, Pecorara, Piacenza, Rottofreno, Sarmato in collaborazione con la Fondazione di Piacenza e Vigevano (patrocinio di Ministero, Regione, Provincia, Comunità Montana e Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza), che ha visto protagonista l'ensemble "La Variazione" del tenore Filippo Pina Castiglioni. Introdotta da Livio Bollani, direttore artistico della rassegna per conto dell'associazione culturale Tetracordo, ente organizzatore in collaborazione con Piacenza Turismi e Libertà, la serata si è aperta con il saluto del neo-eletto Sindaco di Nibbiano Alessandro Alberici, che ha avuto modo di sottolineare l'importanza di eventi quale il Valtidone Festival per la valorizzazione turistica e culturale della vallata. "La Variazione" propone trascrizioni e variazioni di pagine operistiche, cameristiche e sinfoniche, in cui spesso i componenti del gruppo si divertono a scambiare i ruoli strumentali e vocali tra loro. Lo stesso curriculum dei membri del gruppo, il tenore Filippo Pina Castiglioni, la soprano Marina Bontempelli, la flautista Elena Cecconi e l'arpista Paola Devoti, unitamente ad un programma decisamente accattivante (il concerto era intitolato Duetti d'amore), promettevano una serata di quelle che "non si possono perdere". E così è stato, se è vero che, a differenza di altri spettacoli di qualità organizzati in piccoli centri, questo non ha richiamato solo appassionati giunti da lontano, ma anche tantissima gente del posto: la piazzetta era gremita, con molti spettatori in piedi sulle stradine d'accesso o affacciati dai balconi e dalle finestre delle vie vicine. In questo clima si è aperto il concerto con Tornami a dir che m'ami, il duetto dell'ultima scena del Don Pasquale di Donizetti, in cui Pina Castiglioni e Marina Bontempelli hanno dato prova di perfetto affiatamento. Di Marina Bontempelli abbiamo apprezzato la raffinatezza vocale e la capacità di esprimere tutti gli stati d'animo dei personaggi che venivano di volta in volta interpretati (dopo Tornami a dir che m'ami, sono stati eseguiti il duetto Caro Elisir da L'elisir d'amore, sempre di Donizetti, Parigi o cara da La Traviata di Verdi, Oh soave fanciulla dalla Bohème di Puccini, Buongiorno amor, tesor da Sangue Viennese di Strauss e Tace il labbro dall'operetta La vedova allegra di Lehar), del cui ruolo e temperamento sono stati forniti quadri estremamente chiari; l'istrionico Pina Castiglioni, invece, ha letteralmente sedotto il pubblico con la sua verve, la capacità di "riempire la scena", un timbro di voce caldo e rotondo e soprattutto una tecnica impeccabile. Notevole anche il lavoro di riduzione della partitura orchestrale per flauto e arpa, che è risultata decisamente interessante alla luce del ruolo che questi arrangiamenti hanno nell'integrarsi con la parte vocale. Al flauto (la Cecconi è un'interprete che riesce a coniugare incredibili virtuosismi ad una morbidezza di suono con pochi eguali nel nostro Paese) e all'arpa sono state affidati anche i brani strumentali "di raccordo" fra i vari duetti: fra questi hanno spiccato la Fantasia brillante sulla Carmen di Bizet di Borne, la trasognante Sicilienne da Pelléas et Melisande di Fauré, la Fantasia su La Traviata di Krakamp ed altri. Finale fra lunghissimi applausi e richieste di bis, con Pina Castiglioni e la Bontempelli che si perdevano in una stradina di Nibbiano cantando sotto braccio Oh soave fanciulla...
r. s.