Domenica 30 Settembre 2012 - Libertà
Curiosando tra documenti e mappe
All'Archivio di Stato nuove iniziative relative al Fondo documentario
piacenza - Proseguirà anche dopo la conclusione delle Giornate europee del patrimonio la mostra di antichi documenti inaugurata ieri all'Archivio di Stato di Piacenza al termine dell'incontro che ha illustrato due importanti e impegnativi progetti appena giunti a compimento, con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano: la redazione di una guida dell'ingente Archivio delle famiglie Scotti Douglas di Fombio e di Sarmato, illustrata da Anna Riva, Elena Nironi e Valentina Inzani, e della digitalizzazione di oltre 6.000 Mappe e disegni. A illustrare quest'ultima operazione e la rilevanza del fondo per gli studiosi sono intervenute Patrizia Anselmi e Valeria Poli, che si è soffermata sulla formazione professionale di architetti e ingegneri, nonché sull'evoluzione della cartografia.
All'iniziativa, introdotta dal direttore dell'Archivio di Stato, Gian Paolo Bulla, hanno partecipato anche l'assessore alla cultura del Comune, Tiziana Albasi, e il presidente dell'Ente per il restauro di Palazzo Farnese, Alberto Spigaroli. Per Bulla la mattinata è stata anche l'occasione per ribadire - nell'attuale «momento storico e sociale che definiremmo deprimente, e chi opera nel campo culturale ne risente doppiamente: per mancanza di denari e investimenti da parte dell'Amministrazione pubblica e di credito (leggi: attenzione) da parte della stessa. In base alla spending review (leggi: revisione anzi riduzione della spesa) si vogliono diminuire gli organici degli istituti del Ministero per i beni culturali e, in pratica, impedire l'accesso alla professione di nuove generazioni di tecnici, di ricercatori, di studiosi"- la consistenza dell'Archivio di Stato, "un patrimonio vero e proprio, concreto, massiccio, solido». In termini quantitativi, si tratta di «più di dieci chilometri di documentazione in due sedi: 109.700 pezzi cartacei, 32.760 pergamene, 1.573 mappe catastali, 6.493 disegni o stampe, 2.500 bobine di microfilm, 10.600 unità bibliografiche. I complessi archivistici, gli archivi insomma fra pubblici e privati, sono 200 comprendenti quasi 500 partizioni o serie interne. I più ingenti sono: gli Archivi notarili di Piacenza e di Bobbio (1292-1884) con più di 30.000 pezzi; l'archivio storico del Comune di Piacenza (1806-1970, con documenti precedenti e successivi) che conta 8.200 unità; l'archivio storico della Provincia di Piacenza (1860-1970, con documenti fino al 1999) che con alcuni archivi aggregati conta oltre 2.300 unità; i Comuni soppressi di S. Antonio a Trebbia, S. Lazzaro Alberoni e Mortizza (1806-1923) di complessivi 981 faldoni; l'Ospedale grande poi Ospizi civili di Piacenza (1271-1940), l'Ospedale di Cortemaggiore (secolo XVI fine - 1954) e gli Ospizi civili poi Azienda Sanitaria Locale di Piacenza (1469-1994) che raggiungono i 5.000 pezzi depositati in varie tappe, l'ultima del 2004; il Diplomatico degli ospizi civili (952-1839) che comprende 27.000 pergamene».
A questi si aggiungono «i complessi documentari dello Stato italiano, da quelli giudiziari (Tribunale di Piacenza, Tribunale di Bobbio, varie Preture, Procura della Repubblica di Piacenza, Corte di assise di Piacenza, Atti dello stato civile dei comuni) a quelli finanziari (Intendenza di Finanza, Uffici del Registro, Uffici delle imposte dirette) a quelli scolastici (Provveditorato agli Studi, scuole di Bobbio, Castell'Arquato, Pontedellolio, Piacenza, Rivergaro, Lugagnano) e in genere degli altri uffici statali periferici». Non meno cospicui gli archivi gentilizi privati, come quello degli Scotti Douglas di Fombio e di Sarmato di cui si è parlato ieri, formato da 815 buste, pergamene comprese, per un periodo che va dal XIII secolo al 1899. L'esposizione, visitabile al secondo piano di Palazzo Farnese, ne raccoglie una significativa selezione, accanto a elaborati di Sei, Sette e Ottocento del fondo Mappe e disegni.
Anna Anselmi