Sabato 19 Giugno 2004 - Libertà
Staminali, la sfida di Piacenza
Ogni anno 70 nuovi casi in ospedale, ma le tecniche dei nostri medici si stanno sempre più affinando. Cellule prelevate e trapiantate contro le leucemie
Leucemie e linfomi: ogni anno a Piacenza sono una settantina i nuovi casi all'attenzione del fronte medico: terapie multidisciplinari e "su misura" per i pazienti - con impiego del trapianto delle staminali e l'uso di farmaci "intelligenti", che bersagliano le cellule malate - rappresentano la nuova frontiera terapeutica, che vede Piacenza in prima linea e che da lunedì 21 giugno saranno al centro della comunicazione in occasione della nona Settimana europea contro leucemie, linfomi e mieloma promossa dall'Ail. Una sfida alla malattia di prim'ordine, quella avviata a Piacenza: il reparto ospedaliero diretto da Luigi Cavanna appartiene infatti al gruppo europeo Ebm (trapianti di midollo) ed il suo accreditamento è a livello internazionale. Proprio negli ultimi mesi l'ospedale piacentino ha ricevuto il via ufficiale anche al prelievo di midollo e cellule staminali, essenziali per il trapianto allogenico impiegato contro leucemie ed altre forme tumorali, fornendo dunque ai donatori piacentini, prima obbligati a ricoverarsi in altre province, la possibilità di sottoporvisi in città. "Nella provincia di Piacenza - spiega il primario di Ematologia ed Oncologia Luigi Cavanna - si registrano ogni anno 20 nuovi casi di leucemie, una cinquantina i casi di linfomi, ed una ventina quelli di mielomi. L'incidenza, qui come altrove, è in aumento - rileva Cavanna - determinata da varie cause, tra cui si ipotizza l'impiego di pesticidi ed i fattori virali, unitamente all'affinamento delle capacità diagnostiche. Le cure sono ormai multidisciplinari e se in passato si vinceva la malattia o se ne era vinti, oggi in molti casi si va verso la cronicizzazione della malattia, con cui rimane possibile convivere". Il reparto piacentino è all'avanguardia nell'impiego sperimentale di due protocolli di cura, che prevedono entrambi l'impiego di staminali. Il primo riguarda la battaglia contro il tumore metastatico della mammella, il secondo, in collaborazione con la Fondazione di Piacenza e Vigevano e l'Università di Pavia, mira a convertire l'aggressività delle staminali del donatore a favore delle difese immunitarie del malato. Ma l'orizzonte della sfida include ed integra i farmaci "intelligenti" e selettivi, già ampiamente utilizzati a Piacenza per i tumori del sangue ed in fase di decollo per i solidi. Dal novembre '99 a Piacenza sono stati compiuti 68 trapianti, di cui 64 di tipo autologo (il donatore è il paziente stesso). I 4 allogenici (da donatore a paziente) rappresentano un numero ancora esiguo ma è partita da poco. "Ciò che occorre dire - sottolinea Daniele Vallisa, ematologo e responsabile dell'area Trapianti - è che oggi le cure per le leucemie non hanno più un'unica soluzione: esiste il trapianto ma esistono anche gli interventi farmacologici con prodotti sempre più avanzati".
Simona Segalini