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Sabato 6 Ottobre 2012 - Libertà

«Nel teatro cerco libertà creativa»

Parla Nicole Kehrberger, grande attrice e coreografa tedesca, a Piacenza per uno stage su Shakespeare per la scuola di perfezionamento della Filo

piacenza - Attrice, artista circense e coreografa; poliglotta (il tedesco è la sua lingua madre ma conosce perfettamente italiano, inglese, spagnolo, francese), pluripremiata (tra gli altri l'Ubu e il Premio della Critica), musa di Antonio Latella che l'ha diretta nello splendido trittico Studio su Medea e in Amleto. Lei è Nicole Kehrberger, tedesca d'origine, cittadina del mondo e donna di teatro completa perché danza, recita con l'interezza della sua persona, suona. La Società Filodrammatica Piacentina è riuscita ad averla per la terza volta come insegnante, per il primo stage intensivo della stagione tenutosi nei giorni scorsi nella Sala delle Muse nell'ambito di Filo Factory, scuola di perfezionamento per attori sostenuta dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano. Titolo del seminario: Shakespeare: istruzioni per l'uso. Alla ricerca della bellezza e grandezza dell'attore.
Tradizionalmente si associava la capacità recitativa alla voce dell'attore, alla sua impostazione. Il tuo lavoro teatrale invece comincia dal corpo. Cosa significa?
«Potremmo dire che il corpo dell'attore è la sua voce. Il corpo intero, quindi anche le corde vocali. Un essere umano, quando deve fare l'attore, può usare tutto quello che ha a disposizione. Anche nella vita quotidiana esprimiamo tanto attraverso il linguaggio corporeo. Io non insegno certo mimo, ma parto dall'espressione corporea. Che, attenzione, non è limitata ai gesti. Persino una postura può esprimere un'età di un personaggio, uno stato d'animo».
Ognuno ha un suo corpo, una sua voce, un suo modo di stare nello spazio. Tu cerchi l'unicità di ciascuno.
«Ogni essere umano è irripetibile. E ogni classico teatrale può avere centinaia di versioni diverse. Pensa ad Amleto. Tante versioni, perché è l'attore che dà la sua umanità a quel personaggio. Per me non esiste la formula esatta di Shakespeare. Certo, c'è una direzione data dall'autore, ma varia sempre secondo la persona che interpreta».
Per questo seminario hai scelto Shakespeare, autore molto "letterario". Le sue opere possono essere fruite nella messa in scena, ma anche leggendole semplicemente, vista la loro bellezza.
«Ho amato molto Shakespeare. L'ho letto in tedesco, in italiano, in inglese moderno e in lingua originale, per godermi questo linguaggio meraviglioso. E per assaporare anche le differenze di contesto legate alla traduzione. Ho scelto Shakespeare proprio perché mi interessava muovermi all'interno di una scrittura in qualche modo data, rigida, ma insegnando agli allievi che è possibile la libertà artistica, un'espressività personale. Mi affascina rimanere fedele alla scrittura ma anche trasmettere agli allievi la loro bellezza, che possono conquistare lavorando con questo testo».
Fare formazione per te non è occasionale. Da sempre accompagni la tua attività teatrale (con la tua compagnia Totales Theater International) a quella di insegnante. Da due anni hai fondato una scuola a Berlino, la International Summer School, che ha attirato interesse in tutta Europa e oltre.
«Ho insegnato per ben 13 anni a Londra, in una scuola internazionale, dove avevo allievi di tutto il mondo in un gruppo unico. Riconoscevo la nazionalità dei miei allievi senza saperla, guardando a come si approcciavano al lavoro teatrale. Da lì nacque l'idea di una scuola internazionale. Avevo inoltre il desiderio di offrire strumenti nuovi a quelli che normalmente si trasmettono in accademia. Da qui la scelta della scuola estiva: durante l'estate offro corsi intensivi a coloro che, oltre alla formazione dell'accademia, ne vogliono una poco convenzionale. Il mio è un approccio personale, su ogni allievo, anche se l'obiettivo è creare un forte gruppo».
I tuoi spettacoli sono spesso contaminazioni. Anche quello che stai portando ora in scena.
«Sì, sono in Portogallo con un progetto interessante: Pentesilea di Kleist in tre lingue. Il tedesco per la parte intima, il portoghese per la comunicazione con il popolo, mentre la parte amorosa è in italiano. Il mio partner (Achille) è il condirettore di Zerogrammi Emanuele Sciannamea, bravissimo attore ma anche ballerino. Come me viene dalla danza. Speriamo l'anno prossimo di portare lo spettacolo a Torino».

Donata Meneghelli

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