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Martedì 9 Ottobre 2012 - Libertà

L'omaggio al canonico Bissi

Convegno e intitolazione della Sala epigrafi del Farnese

piacenza - È la sezione dei Musei Civici di Palazzo Farnese forse più ermetica per i non addetti ai lavori, eppure, invece, meta di costante pellegrinaggio da parte degli studiosi ed eloquentissima interlocutrice se la si sa adeguatamente interrogare.
Il compianto Piero Castignoli era, per esempio, partito da qui per tracciare il vivido ritratto di un "eretico" piacentino al tempo della Controriforma. Si tratta della sala delle epigrafi, che conserva in particolare le iscrizioni raccolte dal canonico Vincenzo Benedetto Bissi (1771-1844), al quale saranno dedicate alcune iniziative illustrate ieri nella sala del consiglio comunale dall'assessore alla cultura, Tiziana Albasi, dalla direttrice dei Musei di Palazzo Farnese, Antonella Gigli, da Tiziano Fermi, dell'Archivio della Cattedrale di Piacenza e dell'associazione Domus Justinae, dalla progettista Elena Bottazzi.
Si inizierà venerdì 12 ottobre alle ore 17.30 con una tavola rotonda all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, aperta dai saluti di Albasi e Gigli, cui seguiranno le relazioni di: Anna Riva, Archivio di Stato di Piacenza, su Storici ed eruditi a Piacenza tra '700 e '800; monsignor Domenico Ponzini, direttore emerito Ufficio beni culturali della diocesi di Piacenza- Bobbio, su Monsignor Bissi sacerdote e uomo di carità; Tiziano Fermi, su Vincenzo Bissi dalla storia all'attualità, e Bottazzi su Il restauro di Palazzo Bissi. Al termine, i partecipanti si recheranno proprio a Palazzo Bissi, in via Poggiali 28, dove monsignor Pietro Casella, prevosto di Sant'Eufemia, impartirà una benedizione in conclusione dei restauri.
Sabato 13 ottobre alle 11.30 ai Musei di Palazzo Farnese si terrà la cerimonia di intitolazione della Sala delle epigrafi a monsignor Bissi. Un sacerdote che, ha evidenziato Albasi - si è distinto per i suoi meriti non solo di studioso, ma per la caparbietà con la quale si è speso per conservare i materiali fittili confluiti poi nei Musei Civici, oltre ad aver giocato un ruolo importante nella ricomposizione del frammenti della Tabula alimentaria di Veleia, dopo Antonio Costa e Giovanni Roncovieri. Gigli ha ricordato come l'idea dell'intitolazione sia maturata all'epoca dell'analoga iniziativa con cui la sala del plastico era stata dedicata a Carlo e Giorgio Graviani. La raccolta di Bissi comprende anche sculture, ma è forse la collezioni di epigrafi quella maggiormente caratterizzante di un'attività feconda, alla quale hanno attinto molti studiosi, italiani e stranieri, a cominciare dalla lastra del Benvegnù del 1330, in cui compare un testo scritto accanto a un testo figurato. Fermi ha sottolineato come siano ora emersi aspetti inediti della figura di Bissi sacerdote, dedito alle opere di carità. A lui si deve inoltre la costruzione del Palazzo della Prevostura, sede di un primo museo cittadino, la "Galleria della Prevostura", alla quale la guida del Buttafuoco, ha precisato Fermi - riservava ben quattro pagine. Se in questo edificio, il canonico probabilmente morì, si sa che era nato in via Poggiali 28, palazzo recentemente restaurato da Bottazzi, che ha auspicato una maggior valorizzazione e consapevolezza del patrimonio piacentino di antiche residenze, in relazione anche alla personalità di chi vi ha abitato.

Anna Anselmi

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