Fondazione di Piacenza e Vigevano Stampa
  Rassegna Stampa
spazio
  Comunicati Stampa
spazio
  Eventi Auditorium Piacenza
spazio
  Eventi Auditorium Vigevano
spazio
  Comunicazione
spazio

 
Home Page     Rassegna Stampa   


Lunedì 1 Ottobre 2012 - Libertà

Nell'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano l'esperto che si occupa di software libero. «La cultura in internet sia equa e solidale»

Philippe Aigrain: gli artisti devono avere la stessa possibilità di accedere alla rete

È giusto condividere opere culturali come i libri o la musica su Internet? La risposta è sì, a patto che venga riformato il diritto d'autore in modo che il commercio in rete sia equo e solidale per autori, artisti ed utenti. Parola di un esperto come Philippe Aigrain, intervenuto ieri mattina sull'argomento al dibattito "Come riformare il diritto d'autore nell'era digitale? ", tenuto all'
auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Scienziato informatico e saggista, Aigrain dirige una società specializzata in software libero per la collaborazione tra i cittadini nei processi democratici, ed è garante del Centro Nexa per Internet & Society di Torino. Ha scritto diversi libri sulle questioni politiche e culturali relative all'uso del computer e ad Internet, l'ultimo dei quali, "Sharing", affronta proprio il tema della condivisione della cultura in rete. Introdotto da Anna Masera, giornalista de La Stampa, l'intervento di Aigrain è servito per dare una risposta concreta al quesito dell'incontro, un tema che lo scrittore ha affrontato con costanza negli ultimi 15 anni. «Il commercio dei prodotti culturali è cambiato profondamente - ha spiegato la Masera - proprio a causa della comparsa del modello digitale. C'è chi lo considera pirateria e chi cerca dei metodi di compensazione per renderlo accettabile anche da parte degli autori che si sentono derubati del proprio lavoro. Il problema è come debba essere concepita una riforma che tenga conto di questi aspetti. Aigrain ha illustrato il suo modello, studiato a tavolino con altri esperti del settore e che si basa su un progetto in 49 punti. I pilastri fondamentali sono il riconoscimento delle pratiche culturali in maniera non mercantile e la riorganizzazione del mercato in rete, che dovrà diventare equo e solidale per tutti gli artisti. Secondo il suo pensiero infatti «la prima cosa da fare è che tutti si rendano conto che condividere la cultura in rete è del tutto legittima, non è un furto ma un modello a scala più vasta di ciò che accadeva un tempo, quando si leggevano i libri per strada. Gli autori non ci rimettono, io stesso ho provato con i miei libri ed ho guadagnato molto in notorietà». Il secondo passo è quello più difficile, ovvero rendere equo e sostenibile questo tipo di mercato: «Tutti gli artisti e gli autori devono avere le stesse possibilità di accedere a questo sistema. Per farlo, è necessario un accordo sociale con cui tutti gli attori mettano in comune le risorse economiche per creare appositi spazi per la cultura, un finanziamento partecipativo globale che permetta all'artista di produrre e di essere pagato per farlo».

Gabriele Faravelli

Torna all'elenco | Versione stampabile

spazio
spazio spazio spazio
spazio spazio spazio