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Mercoledì 26 Settembre 2012 - Libertà

Bellocchio: «Nel film ad ogni personaggio una parte di ragione»

di MAURO MOLINAROLI
E' una serata destinata a rimanere viva nel ricordo quella promossa dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano l'altra sera. Per diverse ragioni: Marco Bellocchio, Beppino Englaro, Alba Rohrwacher, Pier Giorgio Bellocchio, cui si aggiunge il teologo don Gigi Bavagnoli, sono una squadra più che adatta per discutere, coordinati dal direttore di "Libertà" Gaetano Rizzuto, di Bella addormentata, l'ultima opera di Marco Bellocchio che il regista sta accompagnando nelle varie città italiane. Serata speciale anche per il pubblico, talmente numeroso da chiedersi se non era il caso di spostare il tutto in una sala più capiente (Palazzo Gotico ad esempio), perché di gente costretta a starsene seduta a terra ce n'è davvero tanta, troppa, ma è un incontro ricco di spunti importanti ed umani e allora ci si adatta.
Alla fine prevalgono più che il film, la vicenda Eluana e il Caso Englaro, cui Marco Bellocchio si è liberamente ispirato nella realizzazione del suo bellissimo lavoro.
«Seguendo la vicenda, mi sono sentito aggredito da quello che vedevo e sentivo - ricorda Bellocchio sollecitato da Rizzuto -. Con il passare del tempo mi sono reso conto che il film aveva senso solo se poteva rendere in modo ecumenico la complessità dell'argomento. Ho voluto dar voce alle varie posizioni, senza atteggiamenti di disprezzo o di odio. La mia opinione in merito emerge chiara, ma in tutti i personaggi ho ritrovato una parte di ragione. Comunque non mi sono convertito, non ho fede». Ripercorrendo le immagini del film e pensando a Bellocchio, autore laico, ateo, anticlericale, la sorpresa è proprio questo suo sguardo distaccato su quel mondo ultracattolico, in Bella addormentata impersonato dalla giovane Maria (Alba Rohrwacher), che recita litanie e accende lumini davanti alla clinica di Udine a difesa delle ragioni di una vita a oltranza: «Maria incontra Roberto e s'innamora - dice l'attrice - Una storia d'amore brevissima e che finirà male, ma avrà il merito di riavvicinare la giovane al proprio padre».
Spiega Alba di avere incontrato Marco Bellocchio al Centro Sperimentale di Cinematografia durante la lavorazione del film L'ora di religione e da Sorelle Mai in poi il feeling professionale con Marco Bellocchio è grande. Sollecitato da Rizzuto, Pier Giorgio Bellocchio sottolinea come la scena finale (Rossa che toglie le scarpe a Pallido) abbia di fatto una conclusione fiabesca: «Il medico Pallido è il più estroverso dei miei personaggi. Combatte contro i luoghi comuni e le storture, agisce di pancia più che di testa. Si comporta così per salvare Rossa, è vero, ma soprattuto per se stesso».
Il pubblico oltre che sul film, il cui valore è fuori discussione, è fortemente interessato alla vicenda della giovane Eluana e il padre Beppino Englaro interviene più volte per spiegare, rispondere, andare fino in fondo sull'ardua riflessione sul fine vita, sulla libera scelta di come e quando uscire di scena: «Quando Marco Bellocchio - dice - mi telefonò per spiegarmi che aveva intenzione di realizzare un film sulla vita e la morte, nel quale lo spunto era la vicenda di mia figlia Eluana, gli dissi che ero particolarmente onorato e che avrei lasciato la massima libertà espressiva. L'arte ha un valore se è libera. Non ebbi dubbi e immediatamente, senza avere mai un ripensamento, manifestai il mio assenso e il mio consenso. Ho visto in quelle immagini e in quelle storie un grido di libertà che sembrava il grido di mia figlia. Il film è sì legato ai tragici ultimi giorni di vita di Eluana e mentre lo guardavo ho pensato intensamente a cosa avrebbe detto mia figlia su questo lavoro: si sarebbe riconosciuta nel profumo di libertà che emana Bella addormentata e l'avrebbe definito un film super».
Interessanti le affermazioni di Don Gigi Bavagnoli: «Mi ha colpito il rispetto e l'umanità dei personaggi: ognuno nel film si prende cura di qualcuno e in questo senso Pallido è il più esplicito. Dunque il bisogno di prendersi a cuore qualcuno è un segno di vita, al di là delle ideologie e di tanti stereotipi comuni. Qualcuno dice che il film sia troppo ricco di spunti, ma così è la vita». Il caso Eluana è al centro di un dibattito che vede diversi interventi, tra i quali l'ex sindaco Stefano Pareti, l'oncologo Giorgio Macellari, lo psichiatra Giovanni Smerieri e l'avvocato Salvino Dattilo. Il fine vita fa discutere, coinvolge, divide senza spaccare. Comunque accende.
Il dibattito è molto vivace ma mai sopra le righe e Marco Bellocchio quando la mezzanotte si avvicina, regala una bella chicca: «Bobbio è luogo dell'anima, il borgo selvaggio, mi ci sono ritrovato quando pensavo di averlo perduto, Farecinema mi dà forza e mi rilassa. L'anno prossimo ci sarò e terrò il corso di cinematografia». Gianni Schicchi indossa una giacca rossa vistosa ed elegante sopra la maglietta con la scritta "Bella addormentata", Paola Pedrazzini gongola mentre il sindaco Paolo Dosi e il presidente della Fondazione, Giacomo Marazzi ringraziano i presenti a una serata che ricorderemo.

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