Mercoledì 26 Settembre 2012 - Libertà
Da Widor a Duprè, in grande stile
"Settimana organistica" al via: applausi a Daniel Roth in San Savino
piacenza - È l'erede di Widor, Lefebure-Wely, Sejan, Clerambault, Duprè, Grunenwald e di tutti i più grandi organisti della chiesa di Saint-Sulpice di Parigi. Ma Daniel Roth è anche compositore d'ingegno e solista notissimo a livello internazionale. Non desta quindi sorpresa che la 44ª Settimana Organistica Internazionale organizzata dal Gruppo Ciampi con la direzione artistica di Claudio Saltarelli si sia aperta proprio con un concerto di Roth, l'altra sera nella chiesa di San Savino.
La kermesse, che si avvale anche dell'apporto della 15ª Rassegna contemporanea dedicata al maestro Giuseppe Zanaboni, si caratterizza per essere la più longeva iniziativa musicale dedicata all'organo sul territorio nazionale: lo ha evidenziato con soddisfazione lo stesso Saltarelli all'inizio del concerto in San Savino, durante il quale i piacentini hanno potuto ascoltare e apprezzare un autentico virtuoso dell'organo che non a caso è stato premiato per il suo impegno con una targa consegnatagli da Alberto Squeri a nome di Steriltom. Fra i sostenitori della kermesse infatti, oltre alla ditta di Squeri, ci sono anche Comune di Piacenza, Banca di Piacenza, Ministero per i beni culturali, Regione Emilia Romagna, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Provincia, Camera di Commercio Piacenza, Casa Pedrini, associazione Piacenza Tcm Urbis e Commissione Nazionale Italiana l'Unesco.
Ma al di là delle trame organizzative, anche quest'anno è evidente che a farla da padrone nel corso della Settimana organistica sarà una musica di altissima qualità con interpreti di eccezionale livello: Roth è uno di questi e il suo concerto, che ha ripercorso con gusto, stile e armonia alcuni dei brani più intensi degli organisti di Saint-Sulpice di Parigi, lo ha dimostrato senza incertezze.
Il musicista ha infatti saputo incantare il numeroso pubblico che si è dato appuntamento in San Savino e che si è lasciato ammaliare dal Final Choral tratto dalla Symphonie 7 di Widor, apprezzato interprete di Bach a cavallo tra Otto e Novecento, salvo apprezzare particolarmente anche Sortie en Sol mineur da Offertoire pour le jour de Noel di Lefebure-Wely, Fugue en Sol mineur di Sejan, Flutes di Clerambault e Adagio dalla Symphonie 8 ancora di Widor; ma non da meno si è rivelata la toccante e suggestiva esecuzione di Ave Maris Stella di Marcel Duprè che non a caso è passato alla storia come uno dei maggiori organisti del Novecento, seguita da La melodie interieure dello svizzero Grunenwald. A chiudere un concerto di autentica, deliziosa e irreprensibile bellezza è stato invece il Final Te Deum composto proprio dallo stesso Roth e eseguito per la prima volta in Italia: il brano ha saputo ammaliare e coinvolgere gli spettatori piacentini, dando prova della validità di una rassegna che da decenni porta nel territorio interpreti straordinari e che domenica 30 vedrà approdare nella Basilica di Sant'Antonino alle 16 il francese Jean Baptiste Monnot, chiamato a esibirsi su un programma con brani di Bach, Schumann e Liszt.
Betty Paraboschi