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Lunedì 10 Settembre 2012 - Libertà

Il regalo della montagna 500 magnifici scouts

di don EZIO MOLINARI*
A Metteglia sono passate alcune settimane dalla fine del grande campo scout, i ragazzi sono tutti andati via, e pian piano la vallata è ritornata alla sua abituale solitudine. Anche a Castelvetto il silenzio è di nuovo padrone, e alla sera soltanto una finestra rimane ancora accesa.
D'altronde è così alla fine di ogni estate: la malinconia di questi monti giganteggia tra i saluti e le partenze degli ultimi ritardatari.
un grande avvenimento per la nostra vallata
Tutto sembra invariabilmente ripetersi ad ogni giro di calendario eppure, dopo l'ultima estate, io credo che questo minuscolo angolo di mondo non sarà più lo stesso di prima. Il piccolo grande evento del Campo scout di Zona dell'AGESCI piacentina, infatti, lo ha segnato profondamente, e d'altronde non poteva che essere così, data la cura con cui è stato preparato in ogni suo aspetto, iniziando da quelli forse più complessi, cioè dalla logistica e dalla sicurezza; basti pensare, per esempio, che sono stati allestiti un'infermeria e perfino un piccolo acquedotto ad hoc.
Anche sotto il profilo formativo l'armonia, la pulizia e l'ordine che hanno regnato davvero sovrani tra gli oltre 500 scouts presenti, sono balzati subito agli occhi di chi ha potuto visitare il campo durante il suo svolgimento. Non solo non c'era un pezzetto di carta per terra in più di un km di estensione di prati su cui erano disposte le tende, ma non si è visto un litigio (e io ero lì quasi sempre, essendo di fatto l'interfaccia tra gli scouts e il territorio), mentre molti in paese si sono meravigliati perché non sentivano rumore: per quanto al bordo delle case ci fosse un vero e proprio mare di tende e di ragazzi, ci si accorgeva di loro solo per il via vai lungo la strada del paese.
Di questi ragazzi (dall'età compresa tra gli 11 e 15 anni) hanno colpito l'entusiasmo, l'ingegno e le capacità dimostrate nelle molte costruzioni di legno e corda, tutte realizzate a regola d'arte, e nelle tante attività formative svolte all'interno del campo, a riprova del fatto che il lavoro educativo, quando è svolto con competenza e passione, è capace di ripagare fino al punto di meravigliare e perfino di emozionare. Pensando alle eccezionali dimensioni e alla notevole complessità dell'evento, tutte queste cose non erano per nulla scontate, anzi, erano una vera e propria sfida che, mi pare, sia stata vinta a punteggio pieno.
Il risultato è stato quello di una serena vivacità e di una bella amicizia che ha coinvolto tutti, abitanti e ragazzi, e che per la gente del posto sarà davvero impossibile dimenticare, perché ha dimostrato una volta di più quanto l'ospitalità possa generare vita e gioia.
Inoltre, quest'estate rimarrà come una pietra miliare nella storia di questi monti anche perché il campo di zona ha costituito per tutti l'occasione di guardare al territorio e al suo utilizzo con occhi diversi, scorgendone meglio il grande fascino e l'assoluta bellezza, e facendolo uscire, almeno per un momento, dall'isolamento e dal cono d'ombra cui sembra esser inesorabilmente condannato in questi anni. Ora, ovviamente, starà alla gente del luogo di riuscire a mantenerlo in vista.
E poi anche perché ha mostrato quante cose si possano realizzare, pur nell'assoluta scarsità dei mezzi, se soltanto si mettono in gioco la gratuità, lo spirito di squadra e di amicizia, e l'ingegno che nasce dal dover risolvere gli inevitabili problemi che sempre si presentano in questi casi. Confesso di esser rimasto più volte senza parole nel vedere la generosità, la dedizione e la genialità dimostrate dai miei parrocchiani nelle tante cose che è stato necessario predisporre per la logistica (nella parte che spettava al territorio).
Ripensando ai loro volti e alle loro fatiche, i sentimenti principali sono sicuramente quelli dell'ammirazione e della gratitudine, e da queste righe vorrei davvero far loro i miei complimenti per come e quanto hanno lavorato, e soprattutto vorrei dir loro un grandissimo grazie per tutto quello che hanno saputo realizzare.
gratitudine per tanti amici
Il successo di questo campo scout è dipeso in parte rilevante dal coinvolgimento, gratuito e disinteressato, di molti altri amici senza i quali non saremmo riusciti in questa impresa. A tutti vorrei dire il grazie più sincero e sentito da parte nostra.
Non ho conosciuto i tanti che hanno aiutato direttamente gli scout, qui però posso ricordare i molti che hanno contribuito alla riuscita del campo adoperandosi con noi del posto. Penso alle istituzioni, come il Comune di Marsaglia, la Comunità Montana di Bobbio e il Corpo Forestale dello Stato. Penso alla Fondazione di Piacenza e Vigevano, che ci ha finanziato il progetto dei bagni, necessari non solo a questo campo, ma anche a quelli che si svolgeranno in questa zona nelle prossime estati. Penso agli amici avvocati con cui è stata messa a punto la parte legale. Penso a chi ha dato i fabbricati necessari per la logistica e a tutti i proprietari dei terreni sui quali si è svolto il campo, che generosamente hanno dato in uso i loro prati senza trattenerne nemmeno uno.
Penso ai grafici dello ‘Studio Etre', che hanno realizzato la cartellonistica necessaria per raggiungere rapidamente, soprattutto in caso d'emergenza, anche tutti gli altri campi scout che nel frattempo erano presenti nelle aree circostanti. Penso alle ditte che ci hanno donato materiale o lavoro, come la ‘Metalgrigliati', la ‘Zincatura e Metalli', o la ‘Bruno Croce materiali edili', e a quelle che ci hanno dato del loro tempo per consigliarci e indirizzarci meglio nella fase di progettazione delle strutture. E poi una gratitudine particolare va ad ‘Iren' non soltanto per il prezioso materiale che ci ha regalato e per essersi fatta carico dello smaltimento dei rifuti, ma soprattutto per la puntuale consulenza senza la quale non saremmo mai riusciti a captare la sorgente che ha dato acqua a tutto il campo. Potendo contare, grazie al Presidente, sulla disponibilità e sulla generosità dei tecnici della sede di Bobbio e di quella piacentina in una sola settimana si è potuti passare dal ritrovamento della sorgente alla sua captazione e alla garanzia della sua potabilità: un vero miracolo che ci ha tolto da problemi forse altrimenti insormontabili! Insomma, probabilmente l'aspetto più significativo di tutto questo grande evento è stato proprio il suo lato umano: non soltanto l'amicizia con i ragazzi, ma anche la commovente onda di generosità e di altruismo che ci ha raggiunto da ogni parte, permettendoci l'ottima riuscita, che è stata evidente e sotto gli occhi di tutti.
Con lo sguardo rivolto al futuro
Ora è il momento di tesaurizzare quanto realizzato durante l'estate: così, per esempio, grazie ad altri amici (perché la corrente di solidarietà non si è esaurita con la fine del campo scout) stiamo provando a trasformare la nostra sorgente nella fontana più grande del paese, e soprattutto in un punto di approvvigionamento per l'antincendio boschivo. E poi nell'area abbiamo attivato da qualche anno oltre 5 posizioni per campi scout, e così l'estate prossima speriamo di esser di nuovo in compagnia, anche se non con gli enormi numeri di quella appena trascorsa (perché oltre ai 520 piacentini, sono passati di qui altri 200 ragazzi provenienti un po' da tutto il nord Italia, tra i quali anche un gruppo di scout valdesi con i quali abbiamo trascorso momenti indimenticabili nello scambio e nell'incontro tra cristianesimi differenti). Soprattutto però si tratterà di mantenere l'entusiasmo per cercare di continuo modi per animare il territorio, e anche per questo siamo grati agli scout per aver scelto proprio i nostri monti per il loro campo, perché la loro presenza per noi è stata una vera e propria iniezione di vita e di passione. Certo: a nessuno può sfuggire come queste aree siano penalizzate in modo probabilmente irriducibile dalla marginalità (alzi la mano chi sapeva dov'è Castelvetto prima di quest'estate, ma forse anche adesso..) e da una ormai assoluta povertà di mezzi e di risorse, anche umane, che rende quasi impossibili le cose più semplici e fondamentali. Gli spazi di manovra già estremamente ridotti si rimpiccioliscono di anno in anno, ma d'altrocanto tutti hanno potuto constatare la suggestiva bellezza di questo territorio, una ricchezza che è davvero ancora tutta da sfruttare in modo adeguato e consono; l'ospitalità di scout è solo un primo tentativo, il più semplice, al momento forse l'unico possibile.
In ogni caso quanto è avvenuto quest'estate è lì a indicare che qualche possibilità c'è ancora, e che se si vuole si può provare a tenersi in gioco, perché l'isolamento si può spezzare e la vita può ancora fluire. Ecco perché dopo quest'estate questo piccolo e sperduto angolo di mondo, se vorrà, non sarà più lo stesso.
* Parroco di Metteglia

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