Lunedì 17 Settembre 2012 - Libertà
«Nel frigorifero teneva i bruchi di farfalle»
Mamma Maria Pia Lodigiani, insegnante, racconta del vivacissimo figlio
piacenza - (mvg) Non poteva essere che il figlio di mamma Maria Pia Lodigiani, dialettica sciolta, profonda cultura, simpatia, determinazione, rigore di vita e apertura, verso il mondo e verso gli altri, nello specifico verso i suoi «amati» studenti. Piacentina "dal sass" «da sette generazioni», insegnante di inglese al Respighi, all'Istituto industriale Marconi e di francese al Colombini. Docente «molto severa» ricorda uno dei suoi tanti allievi, il direttore del Dipartimento di oncologia dell'ospedale, Luigi Cavanna, nonché vicepresidente della Fondazione, presente con la moglie Marisella Gatti, giudice del Tribunale di Piacenza. Tra i suoi studenti la professoressa ricorda, inoltre, i fratelli Arvedi: Paolo il primario dell'Oculistica al Guglielmo da Saliceto e Gianna dirigente appena pensionata del liceo Gioia, e poi il professor Lorenzo Morelli, preside della Facoltà di Agraria dove si è laureato Stefano.
Destinazione il mondo: «Questo figlio è un piccione viaggiatore - dice estasiata da tanta attenzione e felicissima del premio che sente quasi come suo -, a cinque anni è andato in Grecia con degli amici, a sei in Sicilia». Già da bambino si capiva che la città gli stava stretta. «Era vivacissimo e come tutti i bambini "furbetti" ne combinava di tutti i colori, ma era attento e ubbidiente, anche se a scuola non era un mostro». Forse le pretese di una mamma insegnante sono alte, tuttavia è stata ripagata da Stefano all'università. «Era bravissimo, in tutte le materie, si è laureato con lode con il professor Giorgio Domenichini in entomologia, dimostrava passione per lo studio», tanto da riempire il frigorifero di farfalle: «quelle che in una notte distruggono un campo di soia - commenta orgogliosa Maria Pia Lodigiani -. Cercavo il gelato nelle confezioni di polistirolo e invece vi trovavo i bruchi». Oggi sorride, allora era paziente.