Domenica 16 Settembre 2012 - Libertà
«I giovani possono superare il disagio
sociale imparando un lavoro manuale»
piacenza - «La Piazza dei Mestieri resta accanto ai suoi alunni sempre: nel passato, nel presente e nel futuro. C'è un amore per i ragazzi che in molte altre scuole manca». A dirlo è Elena, che fino a tre anni fa era parte di quei circa 500 ragazzi che frequentano, ma soprattutto vivono, la Piazza dei Mestieri di Mauro Battuello, nata a Torino con l'obiettivo di offrire una risposta efficace al problema della formazione giovanile al lavoro: è stata lei, pasticcera in un laboratorio di cioccolateria con alle spalle un corso di panificazione e pasticceria, a dimostrare la validità di un progetto nato per caso e per una serie di fortunate circostanze.
Ieri pomeriggio, in Piazzetta Mercanti, la "Grande Festa della Famiglia" ha messo sotto i riflettori un'esperienza che rappresenta un motivo di eccellenza non solo per Torino, ma anche per il nostro Paese: «Abbiamo voluto organizzare questo incontro perché il problema del lavoro per i giovani diventa oggi sempre più pressante», ha spiegato il presidente Ucid Pierpaolo Cagnani che ha coordinato l'incontro al quale hanno partecipato Mauro Battuello ed Elena. C'era anche Alessandro, che grazie alla Piazza dei Mestieri è diventato grafico multimediale, «e ci è sembrato dunque interessante vedere quali siano la speranza e l'opportunità di lavoro che questa realtà riesce a dare a Torino».
Alla base della Piazza dei Mestieri c'è un'esperienza di formazione professionale che nel 2004 si è arricchita di una fondazione specifica e di una vecchia conceria in stile Liberty di 7mila metri quadri che da sede del Comitato di liberazione nazionale (che tra il ‘43 al ‘45 radunò i partiti che si opponevano al fascismo), si è trasformata in un luogo in cui gli adolescenti dai 14 ai 18 anni possono trovare un approccio efficace al lavoro e al tempo libero: «Il tentativo è stato quello di creare un luogo bello e accogliente, che non fosse come la maggioranza delle scuole, ma nel quale ci fossero colori e vita, musica e spettacoli con offerte anche di natura extra scolastica: in pratica un posto dove i ragazzi, che spesso provengono da situazioni di disagio sociale ed economico forte, potessero venire volentieri», ha spiegato Battuello, «ma siamo stati attenti anche alla dimensione della manualità, che si è persa persino in molti istituti tecnici e professionali: il nostro Paese ha bisogno di studiosi, ingegneri, medici, professori, ma anche di buoni tecnici, acconciatori, panettieri, grafici e parrucchieri. Per questo motivo la Piazza dei Mestieri punta a un dialogo continuo fra il mondo del lavoro e quello della scuola attraverso la presenza di una serie di attività produttive coerenti a quello che si insegna e nelle quali si fa non simulazione di impresa, ma impresa vera e propria per creare dei prodotti di eccellenza concorrenziali sul mercato». A dimostrarlo sono le produzioni di cioccolato e birra che prossimamente approderanno addirittura sui mercati americani: nel frattempo però i ragazzi imparano e si esercitano soprattutto nei corsi di ristorazione, ma anche in quelli di acconciatura ed estetica e grafica.
«Nella Piazza dei Mestieri ho trovato un universo che prepara davvero all'ingresso nel mondo del lavoro», ha confermato Alessandro: e non a caso la "creatura" di Battuello ultimamente si è arricchita del servizio "Job Center" per farsi carico dei suoi ragazzi fino al loro ingresso nel lavoro, simbolo di una realtà che accompagna i giovani nel loro percorso verso l'età adulta.
Parab.