Mercoledì 19 Settembre 2012 - Libertà
Lunedì 24 in Fondazione il regista dialogherà con il padre di Eluana, presenti il figlio Piergiorgio, la Rohrwacher e don Gigi Bavagnoli
di MAURO MOLINAROLI
L'attesa sarà molto alta, c'è da giurarci, perché fa notizia: lunedi 24 settembre alle 21 all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano di via Sant'Eufemia, avrà luogo la presentazione piacentina di Bella addormentata alla presenza del regista Marco Bellocchio e oltre al grande cineasta il parterre sarà arricchito da personaggi di primo piano del film presentato alla Mostra di Venezia lo scorso 5 settembre: vale a dire Pier Giorgio Bellocchio che interpreta la parte di un giovane psichiatra alle prese con una tossicodipendente che vuole farla finita; Alba Rohrwacher, una delle protagoniste femminili impegnata nel ruolo di una militante del movimento per la vita che s'innamora di un giovane manifestante per l'autoderminazione; Beppino Englaro, il padre di Eluana, cui il film è ispirato, e il teologo piacentino don Gigi Bavagnoli. Coordinerà la serata il direttore di "Libertà", Gaetano Rizzuto.
Dunque, il fine vita, l'eutanasia, la dolorosa vicenda di Eluana Englaro, che pure non si vede mai se non evocata nel nome e negli spezzoni originali dei tg, saranno al centro di un dibattito che si profila molto interessante, perché il grande regista piacentino (Bellocchio torna nella propria città a due anni di distanza dalla presentazione di Sorelle Mai) avrà modo di spiegare, insieme agli altri protagonisti, il tema vero del film, la vita e la morte, rappresentato dalle storie che s'intersecano fra loro.
Marco Bellocchio che è reduce dal Festival di Toronto dove Bella addormentata è uscito tra gli applausi, sta facendo un tour che intende promuovere nelle varie città italiane il suo ultimo lavoro (oggi pomeriggio alle 18 sarà a Genova), ha detto più volte di aver pensato a questo lungometraggio nel 2009, quando il caso Englaro lo aveva aggredito, coinvolto con immagini e dibattiti. Poi con la giusta distanza ha ripreso l'argomento, arricchendolo di storie assieme agli sceneggiatori, Veronica Raimo e Stefano Rulli. «Non volevo affermare un principio o una tesi - ha spiegato in più cicostanze -, anche se il film svela quello che penso sull'argomento. Ho lavorato su tutti i personaggi senza un atteggiamento di disprezzo o di condanna». Ma il regista ha anche voluto sottolineare di avere una posizione laica, di non essere credente e di guardare con vivo interesse chi lo è. «Sarebbe innaturale utilizzare Bella addormentata come una bandiera - ha detto - e non credo che la pellicola sia una minaccia al diritto di curare i propri cari in stato vegetativo».
Sono ormai passati più di tre anni dalla morte di Eluana Englaro a Udine a seguito dell'interruzione di alimentazione e idratazione artificiali, dopo 17 anni di stato vegetativo. Fu un dramma non solo personale della famiglia Englaro ma dell'Italia intera, quasi spaccata in due sia politicamente che eticamente, contrapponendo un paese laico a uno cattolico che rifiutava il fine vita con l'interruzione della nutrizione forzata. Lunedì sera Beppino, il padre di Eluana Englaro, potrà sottolineare sensazioni e stati d'animo di allora e sulla pellicola di Bellocchio al pubblico piacentino. Bellocchio ed Englaro dopo gli applausi della critica e del pubblico di Venezia e la grande delusione di fronte al verdetto della giuria, si sono ritrovati poi a Udine, dove Eluana nella villa "La quiete" ha trascorso i suoi ultimi giorni, per confrontarsi e trovare diverse assonanze: «Mi è bastato incontrare Marco Bellocchio - disse Beppino Englaro in quell'occasione - per capire il livello con cui si sarebbe occupato di questo tema di confine e del coma delle idee in questo Paese».