Martedì 18 Settembre 2012 - Libertà
Gypsy jazz con i Manomanouche
Giovedì sera nel cortile di Palazzo Rota Pisaroni il tradizionale concerto del Valtidone Festival con il gruppo di riferimento del panorama swing italiano
piacenza - Tradizionale tappa a Piacenza per il Valtidone Festival: giovedì alle ore 21.15, nel suggestivo Cortile di Palazzo Rota Pisaroni, sede della Fondazione di Piacenza e Vigevano, si terrà il concerto del Manomanouche Quintet, formazione di riferimento del panorama gipsy jazz - swing manouche italiano.
Come ha avuto modo di spiegarci Livio Bollani, direttore artistico degli Eventi Musicali internazionali della Valtidone, il concerto di inizio autunno presso la sede della Fondazione è un doveroso omaggio al principale sostenitore del progetto-musica della Valtidone.
Nel panorama chitarristico europeo esiste una tradizione strumentale che ha radici nella cultura dei nomadi Manouches, una delle principali famiglie zingare del continente; in tale tradizione, resa nota dallo smisurato talento di Django Reinhardt, la musica più autenticamente gitana assorbe gli elementi ritmico-armonici del jazz. La storia. Una volta emigrato a Parigi con la famiglia (erano gli anni Trenta del secolo scorso), a causa di un incendio alla roulotte che lo ospitava, Django Reinhardt perse l'utilizzo di due dita della mano sinistra e fu costretto ad inventarsi un nuovo modo di suonare la chitarra: ebbene, il successo fu clamoroso. Un virtuoso dello strumento capace di reinventare radicalmente la chitarra nel jazz, un compositore alla ricerca continua d'ispirazione nelle nuove tendenze, passando dallo swing al bop, dalla chitarra acustica a quella elettrica; il tutto senza perdere mai di vista le sue radici culturali e le sue particolari sonorità. Django Reinhardt morì nel 1953 all'età di soli 43 anni.
Ispirato alla sua musica, il cosiddetto gypsy jazz o swing manouche nasce in Germania negli anni Sessanta attorno alla figura del violinista Schnuckenak Reinhardt. I Manouche ne impararono il repertorio e acquisirono padronanza assoluta degli strumenti che suonavano: chitarra da accompagnamento e contrabbasso per assicurare un'imperturbabile sezione ritmica (da loro chiamata "la pompe" Manouche), chitarra solista e talvolta un quarto e magari anche un quinto strumento virtuoso. Un solco in cui si inserisce il progetto "Manomanouche", nato nel 2001 dall'incontro di musicisti di differente estrazione, con una consolidata esperienza professionale e con l'intento di far conoscere ad un pubblico sempre più vasto la cultura e la tradizione musicale degli zingari Manouches; cinque artisti di fama internazionale, che costituiscono anche la colonna portante dell'orchestra di Paolo Conte, e che per una sera faranno risuonare di grande musica il cortile di Palazzo Rota Pisaroni, sede della Fondazione di Piacenza e Vigevano, il principale sostenitore del progetto-musica della Valtidone: Nunzio Barbieri e Luca Enipeo alle chitarre, Massimo Pitzianti alla fisarmonica, Luca Velotti al clarinetto e Jino Touche al contrabbasso. Come dicevamo, nell'arco di pochi anni Manomanouche è diventata la realtà di riferimento nel panorama gypsy-jazz italiano: un caso unico per la qualità della ricerca, dell'arrangiamento e per la valenza personale ed emotiva che questo progetto ha per i suoi musicisti.
r. s.