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Giovedì 20 Settembre 2012 - Libertà

La Soprintendenza alla scoperta di Vignola

Le Giornate Europee del Patrimonio puntano sullo storico complesso rurale

piacenza - Lo storico complesso residenziale rurale di Vignola (che oggi insiste sul territorio comunale di Fiorenzuola) è unico nel suo genere, perché rimasto praticamente intatto. Per questo motivo la Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici di Parma e Piacenza lo ha scelto per celebrarvi le imminenti Giornate Europee del Patrimonio 2012. Il 30 settembre, domenica, a partire dalle ore 15.30 sarà possibile effettuare a Vignola visite guidate a cura della prof. Anna Coccioli Mastroviti della Soprintendenza, ente che qui collabora con l'associazione di aziende agricole Terre Traverse e con la Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Presso la sede della Fondazione, in via Sant'Eufemia, ieri è stata presentata l'iniziativa dal titolo Un palazzo in villa: Vignola, alla presenza del presidente della Fondazione Giacomo Marazzi, di Gianpietro Bisagni e Anna Rita Arduini, presidente e vice di Terre Traverse, della prof. Mastroviti e dell'ing. Lorenzo Boscarelli, figlio di Paola Manfredi, una delle proprietarie del complesso di Vignola (insieme a Carlo Emanuele Manfredi e famiglia).
«L'anno scorso organizzammo le visite a Prato Ottesola - ha esordito la Coccioli Mastroviti - quest'anno scendiamo in pianura, con l'obiettivo di valorizzare un bene privato di grande valore. Si tratta di un complesso residenziale, documentato prima del Rinascimento, importante perché oltre a conservare la residenza padronale (quello che nel titolo dell'iniziativa abbiamo chiamato Palazzo) presenta ancore intatte le pertinenze, i fabbricati rurali: stalle, fienili, case dei lavoranti (un insieme designato dal termine villa appunto). Tra gli edifici, alcune evidenze architettoniche degne di grande attenzione, come il casello ottogonale, costruito da Paolo Verani nel 1887, rara testimonianza di una tipologia edilizia che si ritrova solo in altri due grandi complessi rurali, legati al casato dei Lucca dai quali discendono i conti Manfredi: alla corte agricola Battibue e al Moronasco».
Boscarelli ha ricordato che il sito di Vignola fu abitato persino nella preistoria: «Gli scavi per la tangenziale ci hanno permesso, alcuni anni fa, di scoprire che insediamenti vi furono 3.500 anni fa. In epoca romana, ci fu una villa. In epoca medievale, documenti attestano il toponimo Vignola. Dal 1518, la costruzione del complesso residenziale attuale che apparteneva ai nobili piacentini Via (imparentati poi con i conti Maggi di origine bresciana). L'ultimo dei Maggi-Via morì nel '700 e la tenuta fu acquistata nel 1850 da Luigi Verani, mio avo», ricorda Boscarelli, che sottolinea poi il ruolo importante rivestito da Pasquale Verani: «Mio bisnonno che fu un grande imprenditore agricolo. Ristrutturò la residenza dominicale, fece fiorire Vignola dal punto di vista produttivo, inserì i decori liberty al palazzo, commissionò la realizzazione del giardino all'inglese al celebre botanico Luigi Ghezzi. Ma tengo a ringraziare tutti coloro, ancora vivi oppure che non ci sono più, che costituirono l'intera comunità di Vignola, specie coloro che con fatica lavorarono queste terre».
La visita a Vignola, il 30 settembre, sarà aperta dall'intervento del Soprintendente architetto Luciano Serchia. Bisagni e la Arduini di Terre Traverse (presente ieri anche la prof. Carla Danani) hanno ringraziato la Fondazione per il costante sostegno e sottolineato come l'iniziativa Un Palazzo in villa sia ulteriore occasione di valorizzazione dell'identità rurale.

Donata Meneghelli

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