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Mercoledì 19 Settembre 2012 - Libertà

Illustrato ieri da Diego e Jacopo Maj il cartellone della seconda edizione curata dal Gioco Vita ospitata al Filodrammatici e al Palazzo ex Enel

di PAOLO SCHIAVI
La facciata del "Filo" si è sdoppiata. Quella vera, nella sua pulizia liberty, si riflette nella sua doppia, ricoperta da un graffito spray sgargiante. Nel mezzo, le poltroncine di velluto rosso respirano aria fresca a cielo aperto. Un'altra volta. No, non è un surreale progetto di restauro del Teatro dei Filodrammatici ma l'illustrazione di Matteo Maj che campeggia sui manifesti de L'altra scena. Un'invenzione grafica che sintetizza la missione del "Festival di teatro contemporaneo" organizzato, anche in questa seconda edizione, da Teatro Gioco Vita sotto la guida di Jacopo Maj: anticipare la stagione di prosa Tre per te con una scossa di colori.
Un guizzo di energia vitale: quella dei linguaggi alternativi e di ricerca degli otto spettacoli in cartellone dal 3 al 31 ottobre al Teatro Filodrammatici e, di fronte, al Palazzo Ex Enel, abbandonato da oltre 20 anni. Che, in attesa di essere destinato a nuovi usi, è stato messo a disposizione di Gioco Vita dalla proprietaria Fondazione di Piacenza e Vigevano. La nuova location ospiterà due messe in scena e tutte le sere di spettacolo si offrirà come inedita area conviviale in cui sorseggiare una birra e incontrarsi dopo la calata del sipario: una piacevolissima novità.
E proprio nel palazzo, ieri mattina, Tiziana Albasi, assessore comunale alla Cultura, Diego Maj, direttore artistico di Gioco Vita, e Jacopo Maj, curatore de L'altra scena, hanno deciso di presentare il cartellone del festival (riportato a parte insieme alle informazioni utili). «Porto il plauso del sindaco Dosi - ha esordito la Albasi - alla seconda edizione di un festival capace di innovare e di aprirsi anche ai ragazzi grazie alla valorizzazione di alcune delle migliori espressioni teatrali contemporanee». «L'avventura continua - ha proseguito Diego Maj - per intercettare altri giovani e promuovere le nuove generazioni teatrali allineandoci all'offerta delle vetrine più all'avanguardia. Tra le novità - ha continuato, ricordando la storica propensione di Gioco Vita al recupero di nuovi spazi come in passato accadde ad esempio con San Matteo, ex Macello e Cavallerizza - anche il progetto educativo SOS per le scuole superiori, che trasformerà gli studenti delle classi partecipanti in novelli critici teatrali».
Jacopo Maj si è poi addentrato nei dettagli del festival: «Grazie al "tutto esaurito" della prima edizione manteniamo la promessa di crescita e sviluppo: 8 spettacoli per 15 aperture di sipario repliche incluse e 2 "prime" nazionali prodotte da Gioco Vita appositamente per il Festival». Ad inaugurare L'altra scena - preceduto da una nuova tavolata conviviale in via Santa Franca chiusa al traffico con i tradizionali batarö - sarà Atto finale - Flaubert, «una drammaturgia intelligente, complessa ma fruibile», episodio conclusivo della Trilogia sull'individuo sociale (Premio Speciale Ubu 2011) in cui il regista e attore Mario Perrotta ha indagato le sue paure di fronte alla "caduta libera" del modello sociale occidentale.
I debutti targati Gioco Vita occuperanno prima l'Ex Enel e poi il "Filo" con un doppio spettacolo per 4 giorni di repliche. Il primo, È così che tutto comincia, con Mariangela Granelli, regia e scene di Fabrizio Montecchi e le sagome di Nicoletta Garioni, è ispirato a Le regole del saper vivere nella società moderna, cinico ed esilarante manuale di comportamento del contemporaneo francese Jean-Luc Lagarce. Il secondo, Questa cosa vivente detta Guidogozzano, è un interessante percorso di ricerca sui versi di un poeta inquieto, complesso, tormentato e meritevole di riscatto, che rivedrà insieme in scena Flavio Ambrosini e il noto critico teatrale Renato Palazzi.
Se l'interpretazione toccante di Saverio La Ruina in Italianesi racconterà le conseguenze del ritrono in Italia di un internato per 40 anni nei campi di concentramento albanesi dopo la Seconda Guerra Mondiale, Educazione fisica, esito laboratoriale firmato da due fondatori della compagnia di Emma Dante, sarà la proposta più sperimentale, con 13 attori su un palco che diventa palestra (di vita).
Doppio appuntamento all'Ex Enel e al "Filo" anche con Abram e Isac dei seducenti sperimentatori pisani Sacchi di Sabbia - suggestiva rivisitazione del sacrificio di Isacco tra ironia e sacralità attraverso un libro "pop up" - e con Perdere la faccia di Menoventi: la regia di Ciprì potrebbe farvi pensare ad uno "spettacolo truffa" ed effettivamente si tratterà di una misteriosa sorpresa. A chiudere, il recupero di Hilda di Teatro i, saltato l'anno scorso, con l'atteso ritorno di Federica Fracassi, Ubu 2011 come miglior attrice.

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