Venerdì 21 Settembre 2012 - Libertà
Una "stanza di Verdi" tra suoni e memoria
Ieri in Fondazione i vincitori del concorso indetto dalle Verdissime
piacenza - Hanno pensato a un unico, ininterrotto filo rosso che si dipanasse attraverso l'ospedale di Villanova e che idealmente, ma anche concretamente, conducesse i visitatori in quella che a tutti gli effetti sarà "La stanza di Verdi". Andrea Valcavi, Nicolaas Johannes Fransen, Roberto Bertozzi e Stefano Montanari del corso di laurea in Scienze dell'Architettura dell'università di Parma sono i vincitori del concorso indetto dalle Verdissime. com in collaborazione con Fondazione di Piacenza e Vigevano, Provincia e Associazione Industriali di Piacenza e altri sponsor privati per realizzare un progetto concreto della "Stanza di Verdi" che sarà allestita all'ospedale di Villanova come omaggio al cigno di Busseto proprio nell'anno in cui ricorre il bicentenario della nascita. Come tali ieri pomeriggio, all'Auditorium Santa Margherita di via Sant'Eufemia, i futuri architetti hanno presentato alla presidente delle Verdissime Luciana Dallari, al vicepresidente della Provincia Maurizio Parma e agli altri organizzatori il loro lavoro, tutto incentrato su "un filo rosso della memoria".
Memorie sonore: vibrazioni dal passato è il titolo dato al lavoro che vuole ricontestualizzare il presente nel passato attraverso pochi elementi così come poche furono le risorse dell'arte del "sapersi arrangiare" dalla quale Verdi seppe partire per costruire il suo talento e il suo futuro da compositore destinato a segnare indelebilmente la storia della musica e di un Paese. «Il filo della memoria che abbiamo pensato parte da fuori la struttura ospedaliera con la rappresentazione del passato agrario di Verdi - hanno spiegato gli studenti - e da lì conduce i visitatori a esplorare l'interno e la stanza di Verdi: c'è, insita nel progetto, una sorta di progressione che dall'aspetto vernacolare messo sotto i riflettori all'esterno porta al Verdi più conosciuto, alla sua esperienza da compositore». Questo carattere di "work in progress" si nutre anche di un progetto d'arredamento poco invasivo, leggero e flessibile per dare la possibilità all'esposizione di parlare, agli oggetti e ai documenti in mostra di rivelare le diverse sfaccettature del musicista ma soprattutto dell'uomo: «Per questo motivo abbiamo scelto legno di riciclo dei bancali, angolari di acciaio, cemento, lastre di acciaio, corda di canapa agricola e per gli espositori il polimetacrilato» hanno spiegato i giovani vincitori. Certo per ora la "Stanza di Verdi" è pronta solo sulla carta, ma in novembre partiranno i lavori che saranno conclusi il prossimo anno e daranno vita a un museo perpetuo allestito nell'ospedale.
Parab.